Politica

Salvini sul viaggio a Mosca: “Non ho sentito Draghi”. Gabrielli: “Nessun problema di sicurezza nazionale”

“No”. Così ha risposto il leader della Lega Matteo Salvini, durante Live In Venezia, alla domanda se avesse sentito il premier Mario Draghi dopo le polemiche per l’eventuale viaggio in Russia. “È il centesimo giorno di guerra. Lo scandalo è di chi vuole la guerra, di chi parla solo di guerra, di chi vuole continuare a inviare armi. Non pensavo ci sarebbero state polemiche per un’iniziativa di pace, di cessate il fuoco”, ha aggiunto l’ex ministro dell’Interno all’evento targato Sky TG24. La pace, ha aggiunto Salvini, “è urgente per l’Ucraina e per l’Italia. Ci conviene, ci serve la pace. E a chi devo chiedere di cessare il fuoco, di riaprire i porti per far partire le tonnellate di grano? A chi ha iniziato la guerra, quindi alla Russia”, ha detto. “Ho parlato con tutti: con cinesi, turchi, americani, russi e ucraini. L’ho detto da inizio marzo”, ha evidenziato Salvini riferendosi ancora alle polemiche. In merito alle sanzioni, afferma, “non stanno portando a nulla: ad aprile il valore delle esportazioni russe in Italia è aumentato, le nostre in Russia sono diminuite”. Sul viaggio di Salvini a Mosca interviene anche il Prefetto Gabrielli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: “”Non credo che le azioni di Salvini pongano un pericolo per la sicurezza nazionale. Il senatore Salvini è un rappresentante del nostro Parlamento, non può essere oggetto di attività di investigazione da parte degli organi di sicurezza italiani. Le sue iniziative attengono alla sua responsabilità politica”. Nel corso dell’intervista Gabrielli, già capo della Polizia di Stato e attuale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, ha affrontato anche i temi della cybersicurezza e degli attacchi hacker, con cui l’Italia deve confrontarsi quotidianamente, da ben prima della guerra in Ucraina.  “Gli attacchi cyber non sono solo legati alla guerra in Ucraina – spiega Gabrielli -. Quella contro gli hacker è una guerra continua, si combatte da molto prima del 24 febbraio. Si era già pensato a una agenzia cyber per il nostro Paese, non solo per difendersi, ma anche per attaccare. Ma bisogna investire nel capitale umano”. Gabrielli parla anche dei più recenti attacchi cyber subiti dall’Italia: “Gli ultimi attacchi di KIllnet sono stati di tipo DDoS. Se il sito è di servizio, sanità o trasporti, i danni sono più rilevanti. Ma sono sempre attacchi che non incidono sui sistemi, li possiamo vedere come uno spiacevole antipasto”. Secondo Gabrielli bisogna però agire per prevedere gli attacchi cyber e rispondere correttamente: “Se non riusciamo a prevedere la minaccia e le sue conseguenze, rischiamo di fare il gioco del nostro avversario. Non bisogna avere comportamenti isterici. Come Italia siamo un obiettivo insieme ad altri Paesi. La differenza non sta nel subire l’attacco, ma nelle conseguenze dello stesso. Il problema – sottolinea il sottosegretario – è avere strutture e capitale umano, persone con la sapienza di gestire questi attacchi. Servirebbero 100mila operatori per questi sistemi di cybersicurezza al momento. Non ce li abbiamo, bisogna formarli”. Gabrielli ricorda come l’Italia, già in passato, abbia subito “migliaia di attacchi. Ne subiamo ogni giorno”. E sugli attacchi del collettivo Killnet dalla Russia aggiunge: “Le gang che attaccano il nostro Paese hanno anche rapporti statuali, ma non solo. Bisogna sempre individuare l’attaccante correttamente, per evitare di rispondere facendo errori e colpendo altri. Tempo fa abbiamo consigliato la sostituzione di Karsperksy [antivirus russo, ndr] nella pubblica amministrazione”. Poi, rispondendo ai giovani in sala sull’importanza della sicurezza sui social, spiega: “Bisogna cambiare la password spesso. Ed è importante che i giovani fruiscano informazioni certificate e diversificate per ostacolare chi vuole inculcare nelle vostre menti un determinato pensiero”.

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