Politica

Salvini, torna anti-establishment e contro le élite per un giorno

 

di Viola Scipioni

 

Fine settimana stressante per il leader del Carroccio che, dopo le dichiarazioni di Mattarella, Presidente della Repubblica e capo delle Forze Armate, su quanto accaduto agli studenti di Pisa la scorsa settimana, si è ritrovato nuovamente a pronunciare discorsi anti-establishment e contro le élite. «Le parole del Presidente Mattarella si leggono ma non si commentano», ha detto Salvini dopo che l’account del Quirinale aveva scritto su Instagram: «l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento» mentre molte piazze d’Italia chiedono le dimissioni del ministro degli Interni, Piantedosi. Salvini, d’altro canto, ha continuato le proprie dichiarazioni così: «giù le mani dalle nostre Forze dell’Ordine, non tirate in politica poliziotti e carabinieri. È giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva, se è mancata comunicazione, se qualcuno ha ecceduto. Ma non è accettabile che coloro che garantiscono sicurezza e democrazia vengano tirati in ballo nella contesa politica». Un riferimento sicuro alle opposizioni, con la leader del Pd, Schlein, che chiede a Meloni di intervenire in Parlamento il più presto possibile. Poco dopo, il segretario della Lega ha continuato: «fare il poliziotto, il carabiniere, il vigile del fuoco è un mestiere delicato. Chiunque può sbagliare, ma quello che non posso accettare è la messa all’indice della polizia italiana come un corpo di biechi torturatori. Anche perché se si va in piazza con tutti i permessi, senza insultare, sputare, spintonare, non si ha nessun tipo di problemi. Bene ha fatto Piantedosi, faremo tutti gli accertamenti del caso». Accertamenti che non sono tardati ad arrivare, soprattutto dalla legge stessa: non è previsto, infatti, che per una manifestazione si chieda il permesso alla Questura di riferimento, bensì viene mandato un preavviso; sono arrivati poi, paradossalmente, anche dalla Polizia di Firenze che, tramite un comunicato stampa, ha giustificato i propri poliziotti così: i «possibili momenti di tensione [sono] determinati dal mancato rispetto delle prescrizioni adottate dall’Autorità ovvero dal mancato preavviso o condivisione dell’iniziativa da parte degli organizzatori». Niente insulti, quindi, né sputi né spintoni alle Forze dell’Ordine che possano giustificare atteggiamenti di questo tipo con i giovani (alcuni giovanissimi, addirittura minorenni) italiani.

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