‘Più cura per chi cura’: è il messaggio scelto per la campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Regione Emilia-Romagna in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebra mercoledì 12 marzo.
Un impegno comune e un invito a riconoscere l’enorme importanza, il valore, e quindi il rispetto, che devono essere riservati a chi si occupa della salute di tutti, in un contesto in cui, purtroppo, anche in Emilia-Romagna la violenza, fisica o verbale, contro il personale sanitario, si conferma un fenomeno presente e in crescita, come evidenziato dai dati raccolti dai sistemi di monitoraggio regionale.
Sul territorio regionale, infatti, nel 2024 le aggressioni al personale all’interno dei luoghi di cura sono aumentate dell’11,7% rispetto all’anno precedente, passando da 2.401 a 2.682 casi. L’aumento riguarda in particolare le aggressioni di tipo verbale (+12,5%), mentre sono diminuite quelle più gravi di tipo fisico (-11,9%).
Dati presentati in conferenza stampa in Regione, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi, che ha illustrato anche le azioni di prevenzione e tutela messe in campo per contrastare il fenomeno e l’avvio della campagna del servizio sanitario regionale.
“Le aggressioni, sia verbali che fisiche, al personale sanitario e socio-sanitario rappresentano un fenomeno paradossale e incomprensibile, eppure talmente frequente da meritare purtroppo una Giornata nazionale per tenere alta l’attenzione sul tema- spiega l’assessore Fabi-. Un problema gravissimo, che mina la serenità di chi ogni giorno si prende cura della nostra salute e l’efficacia del nostro sistema sanitario. L’introduzione, lo scorso anno, della piattaforma regionale SegnalER come sistema di monitoraggio per le aggressioni, che consente agli operatori di segnalare in modo sicuro e immediato gli episodi di violenza, ha avuto un ruolo fondamentale nel rendere questo fenomeno più visibile e nel permetterne una rilevazione più precisa”.
“Ora- aggiunge Fabi– serve lavorare su due fronti: cercare di rafforzare, con tutti gli strumenti disponibili e con la collaborazione e l’impegno dei soggetti coinvolti, la sicurezza degli operatori e promuovere una cultura del rispetto. Per questo oltre alle misure già adottate, tra cui tecnologie di sorveglianza avanzate, interventi il più possibile tempestivi, percorsi formativi e supporto psicologico e giuridico per il personale vittima di aggressioni, in occasione del 12 marzo lanciamo una campagna di comunicazione curata dal servizio sanitario regionale, con l’obiettivo di stipulare una sorta di patto con la cittadinanza”.
Oltre alla piattaforma SegnalER, sono diverse le azioni messe in campo dalle Aziende sanitarie e Ospedaliere per garantire la sicurezza degli operatori della sanità, seguendo le Linee di indirizzo regionali: sono stati potenziati i sistemi di videosorveglianza ed illuminazione ed installati pulsanti di allarme e vetri anti-sfondamento, in particolare nelle zone ad alto rischio come i Pronto Soccorso; è stata rafforzata la collaborazione con le Forze dell’ordine, attivando protocolli bilaterali con le Questure per una risposta più rapida ed efficace agli episodi di violenza. Un altro aspetto fondamentale riguarda il supporto psicologico e la tutela legale offerti agli operatori vittime di aggressioni. Molto si è fatto anche in termini di formazione e sensibilizzazione del personale sanitario, con corsi di formazione e un focus specifico sulla prevenzione, sulla comunicazione efficace e sulla gestione delle situazioni critiche. Inoltre, il tema delle aggressioni è stato inserito nei corsi obbligatori per i neoassunti, con l’obiettivo di sensibilizzare fin da subito il personale su questa problematica.