di Viola Scipioni
Si parla di giovedì o di venerdì, rispettivamente terza e quarta serata del settantaquattresimo Festival della Canzone Italiana, per l’arrivo a Sanremo dei trattori che stanno smuovendo l’opinione pubblica e la politica italiana. Se all’inizio il conduttore, Amadeus, aveva sottolineato di non volere un festival politico, recentemente ha affermato che, sulla protesta dei trattori: «ho aperto le porte e non torno indietro. Se ci sarà qualcuno che avrà piacere di esserci, lo accolgo». Arrivata già in occasione della prima serata la mucca Ercolina 2, accompagnata da un gruppo di allevatori milanesi che hanno tentato di portarla davanti al teatro Ariston senza successo, essa si preannuncia soltanto l’inizio di svariate mosse di protesta che, volenti o nolenti, andranno a caratterizzare il festival di quest’anno. Dal canto proprio, la politica appare divisa. Se da un lato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, auspica che Amadeus dia voce agli agricoltori insieme a Marco Furfaro (Pd), dall’altro i dirigenti del governo Rai sono tutti a Sanremo interessati soltanto a guardare gli spettacoli. Il Pd scende compatto in piazza, insieme ai Verdi e l’Usigrai, sotto la sede della Rai a Roma mentre UniRai (il sindacato di destra della Rai) darà vita a una contromanifestazione. Per quanto Amadeus possa sottolineare l’apoliticità del festival, con i terremoti del caso “TeleMeloni” anche quest’anno la ragion di stato è partecipante effettiva.