Economia e Lavoro

Scuola, impossibile mantenere il distanziamento tra gli alunni e allora arrivano più insegnanti per moltiplicare le classi. I numeri di skuola.net

Se prima della pandemia le cosiddette classi pollaio erano solo sinonimo di difficoltà nel corretto svolgimento della didattica, con l’arrivo dell’emergenza si sono dimostrate un problema anche dal punto di vista sanitario, soprattutto per via dell’impossibilità di garantire il distanziamento tra gli alunni. Così il Ministero dell’Istruzione ha messo sul piatto, anche quest’anno, dei fondi aggiuntivi per assumere più docenti e personale scolastico con lo scopo di ridurre il numero di studenti per classe e aiutare così nel recupero degli apprendimenti persi dal marzo 2020. Per il cosiddetto “Organico Covid”, il Decreto “Sostegni-bis” nella scorsa primavera aveva già previsto uno stanziamento di circa 422 milioni di euro, per il periodo compreso tra settembre e dicembre 2021. Una misura che verrà riconfermata sicuramente per il personale docente fino al termine dell’anno scolastico, mentre per l’organico ATA la partita è ancora aperta in questa fase di discussione parlamentare della Legge di Bilancio. Ma come sono stati distribuiti i fondi fino a questo momento? A rivelarlo è il report del MI sui “Principali dati della scuola” per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022, così come riassunto dal portale skuola.net. Ben 350 milioni sono stati divisi tra le regioni, segmentando la cifra in base ad alcune variabili, dipendendo così: per il 50% dal numero degli alunni totali, per il 20% dalla presenza di classi sovraffollate (con un numero di alunni superiore ai 23 ragazzi), per il 30% dal cosiddetto “indice di fragilità” – calcolato dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. che misura le condizioni di fragilità degli alunni rispetto all’ordine di scuola che frequentano. Altri 50 milioni di euro, invece, verranno utilizzati come perequazione, e quindi per assicurare che ciascun ufficio regionale percepisca una somma corrispondente almeno alla spesa realizzata nel periodo tra settembre e ottobre 2020 per la ripresa dell’attività didattica in presenza. Infine, i restanti 22 milioni saranno distribuiti per garantire la copertura di risorse umane per le istituzioni scolastiche che presentano almeno cinque classi con più di 26 alunni (nelle scuole primarie e secondarie di I grado) o con più di 27 alunni (per le scuole secondarie di II grado). Saranno gli uffici scolastici regionali, in funzione delle risorse assegnate dall’Amministrazione centrale, a provvedere con propri decreti a ripartire le risorse medesime fra le istituzioni scolastiche che operano nei territori di competenza. Cosa che, quasi dappertutto è già avvenuta.

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