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Senato, Enpa su bracconaggio ittico: “Ripensare sanzioni prevedendo il carcere”

 

Riconoscere il bracconaggio ittico come delitto prevedendo anche il carcere, rafforzare il sistema dei controlli e la tutela del Delta del Po.

Questi i punti centrali dell’intervento di oggi di Annamaria Procacci, dell’Organo di Amministrazione Enpa, durante l’audizione al Senato della Repubblica in merito al ddl S. 316 “Modifiche all’articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne” in discussione presso la Commissione IX (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare).

Annamaria Procacci ha sottolineato come il bracconaggio ittico sia “una piaga che affligge il nostro Paese con conseguenze devastanti sotto il profilo ambientale, ma a lungo ignorata, o quantomeno sottovalutata”.

Occorre una forte riflessione sul sistema sanzionatorio proposto – ha affermato Procacci – Sanzioni, sistema dei controlli, rafforzamento delle tutele del Delta del Po, stretto coordinamento con l’Unione Europea, sono alcuni elementi su cui si può intervenire, in modo molto efficace. Siamo convinti che occorra riconoscere nel Codice Penale il bracconaggio ittico come delitto, prevedendo la reclusione e multe molto elevate e che, quindi, sia tempo di superare la previsione della sanzione contravvenzionale ed oblazionabile, che, tra l’altro, non esercita la carica di deterrenza che è assolutamente necessario assicurare alla norma. Lo richiede la dimensione e la configurazione dell’attività criminosa, condotta da gruppi organizzati dell’Est Europa, spesso con la complicità di cittadini italiani sul territorio”.

Procacci ha anche ricordato quanto oggi la crisi della biodiversità richieda più che mai una forte azione di tutela e come questa non possa essere assicurata da un sistema punitivo blando. Come nel caso della fauna selvatica per la quale servirebbe una radicale riforma dell’articolo 727 bis del Codice Penale, del tutto inefficace a causa delle sanzioni irrisorie che prevede per l’uccisione di specie particolarmente protette.

“Basti pensare – ha sottolineato Annamaria Procacci – che l’uccisione di un orso viene sanzionata in modo più leggero rispetto al danneggiamento di un’automobile!”.

L’Ente Nazionale Protezione Animali ha poi sottolineato il fondamentale ruolo del sistema dei controlli, “gravemente indebolito dalla malaugurata scomparsa della Polizia Provinciale in seguito alla legge n.56 del 2014”, “un vero errore – ha spiegato Annamaria Procacci – perché svolgeva una forte azione di prevenzione con il controllo, quotidiano, minuzioso e capillare, del territorio. Questo sistema di ispezione, dalle strade alle acque, va ristabilito”.

Sulla tutela dell’area del Delta del Po Enpa ha chiesto alla Commissione di adoperarsi, affinché finalmente, dopo tanti anni di richieste e di attesa, il Delta, luogo di straordinaria natura, patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco, divenga parco nazionale.

“Infine – ha concluso Procacci -chiediamo che vi sia un sempre maggiore coordinamento con gli altri paesi membri dell’Unione Europea per la salvaguardia della biodiversità e per una sempre più decisa azione contro le illegalità e le criminalità ambientali, nella consapevolezza che ormai il fenomeno della predazione nelle acque dell’Unione si e diffuso a tutti i paesi del sud Europa con conseguenze che rischiano di divenire irreversibili”.

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