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Siria-Turchia, il bilancio delle vittime del sisma verso quota 50mila. Ad Aleppo oltre 100mila persone senza una casa 

 

Potrebbe arrivare a toccare quota 50mila il bilancio delle vittime del terremoto che il 6 febbraio ha colpito Turchia e Siria. E mentre si continua a scavare per trovare sopravvissuti fra le macerie – finora sono state salvate oltre 105mila persone – lo sciame sismico non si arresta: quasi 3.500 le scosse di assestamento, 48 delle quali di magnitudo compresa tra il grado 5 e 6. Domenica il Segretario di Stato Usa Antony Blinken visiterà la base aerea di Incirlik “per vedere in prima persona gli sforzi Usa per assistere le autorità turche”, poi andrà ad Ankara, dove incontrerà il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e alti funzionari per discutere non solo dell’aiuto dopo il sisma, ma anche per “rafforzare ulteriormente la partnership con il prezioso alleato Nato”. Intanto sarebbero circa 100mila le persone rimaste senza una casa ad Aleppo, in Siria, a causa del devastante terremoto che la mattina del 6 febbraio ha colpito il nord del Paese in guerra e la vicina Turchia. A stimare il numero è l’organizzazione umanitaria Coopi-Cooperazione internazionale, operativa a sostegno della popolazione nell’area, dove è presente da 5 anni. La situazione è emergenziale in ampie zone, mentre il bilancio globale dei morti ha superato quota 37mila, di cui oltre 31mila in Turchia e più di 5.700 in Siria.
Coopi – viene spiegato in una nota – ha prestato i primi soccorsi a 4.500 uomini, donne, bambini e anziani, che hanno trovato riparo in 10 rifugi come scuole, chiese e moschee nelle aree di Kallaseh, Saif Aldauleh, Alneil Street, Jamilie, Sulayman Alhalabi, Bouston Alqasser, Qadi Askar. Mentre gli interventi proseguono, ha inoltre fornito sinora 500 coperte, 400 kit igienici (uno per famiglia), 800 lampade solari, 400 presidi medicali tra cui sedie a rotelle e stampelle, supporto psicologico a circa 1.500 persone. Ma il bisogno è altissimo.
“Le persone sono fortemente traumatizzate e disperate, chiedono cibo e soldi per comprare le cose di cui hanno più bisogno, insieme a materassi e coperte”, afferma Matteo Crosetti, coordinatore regionale Coopi in Medio Oriente, aggiungendo che “il nostro staff ad Aleppo riferisce che la tensione è molto alta. La gente è arrabbiata, perché gli aiuti stentano ad arrivare”.
“Coopi – conclude la nota – ha attinto al suo fondo di prima emergenza per far fronte alle necessità immediate e organizzare nuove distribuzioni, ma è necessario fare di più, perciò rilancia un appello di raccolta fondi per sostenere le sue azioni di intervento umanitario a favore della popolazione”.

aggiornamento terremoto siria-turchia ore 13.33

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