Politica

Sondaggio Swg su Premier e Governo, resiste il gradimento della Meloni, ma è in picchiata quello dell’Esecutvo

 

Primi segnali di cedimento. Finita la pausa di grazia che accompagna le novità anche per il Governo Meloni cominciano le difficoltà. Soprattutto a livello di gradimento nazionale c’è un calo come registra Swg. Un calo al momento tamponato dalla forte immagine del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per quanto riguarda l’efficacia del Governo solo il 39% la ritiene molto o abbastanza. Apprezzano il Governo le casalinghe (52%), i cattolici praticanti (51%) i 35-54 enni, residenti al Nord (45%)abitanti dei piccoli centrilavoratori autonomi e di buona condizione economica tutti al 45%. Meno consensi tra i 18-34enni, condizione economica difficile, residenti al Sud e isole, laureati, cittadini delle grandi città e lavoratori dipendenti. Singolare il dato che emerge riguardo ai meriti del Governo: grazie soprattutto a Giorgia Meloni per il 50%, solo il 18% alla squadra di Governo e addirittura il 13% ai partiti della maggioranza. Niente da fare per quanto riguarda i giudizi sull’attività del Governo, giudicato non all’altezza dalla gran parte del campione nazionale su tutti i principali argomenti. Per quanto riguarda quelli che ottengono più giudizi positivi la politica estera (36%), la gestione del Pnrr (33%) la politica economica (31%) , le scelte in materia di sicurezza e infrastrutture (29%), ultima la sanità col 20%. Giudizi negativi da tutti gli altri, dal 64% fino all’80% di poco o per niente efficace. Guardando proprio alle priorità indicate dal totale degli elettori che qualcosa andrà aggiornato al più presto. Perché il 39% vuole la riforma del sistema sanitario, il 31% la riforma del lavoro, il 30% la riforma fiscale, il 29% la gestione dell’immigrazione e il 22% la riforma del welfare. Cambiando argomento, è uno scandalo nello scandalo quanto sta accadendo a livello finanziario dopo il crollo di Credit Suisse. Per salvare la banca dal disastro causato dai dirigenti toccherà allo Stato svizzero mettere mano al portafoglio per garantire il passaggio nelle mani di Ubs a prezzi di saldo. La vergogna, denunciata dalle organizzazioni sindacali, è che alla fine pagheranno i dipendenti e non i manager che hanno portato al crollo. Si parla di un taglio tra i 9mila e i 10mila posti di lavoro mentre verranno comunque garantiti i bonus a quelli che hanno commesso errori. E a ‘lor signori’ non frega nulla se l’accordo si è raggiunto solo grazie all’intervento dello Stato (di tutti i cittadini) che ha garantito una massa enorme di soldi pubblici. Per quanto riguarda invece il nuovo corso politico del Pd di Elly Schlein occhi puntati su quanto accadrà in Parlamento in merito alle dichiarazioni che il premier Giorgia Meloni terrà domani alla Camera (dopo quelle al Senato di oggi) in vista del vertice europeo del 23 e 24 marzo a Bruxelles. Al centro, oltre ai temi dell’immigrazione,  c’è il sostegno alla resistenza ucraina che chiede più armi per combattere l’esercito russo invasore che da più di un anno massacra e devasta. La posizione della maggioranza di Centrodestra che sostiene il Governo è chiara sul sostegno militare, mentre nel Pd l’attenzione adesso si sposta sulle forme di assistenza necessarie (sì alle armi ma non le si cita, ndr) e sullo sforzo europeo per giungere ad una tregua. Una posizione dal tono diverso forse per non rompere col mondo pacifista e con il M5S di Conte.

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