Stellantis persegue anche a Modena la politica di riduzione dei costi, “riconsegnando alla città uno spazio vuoto, appena ristrutturato: l’ex Officina Orlandi di via Emilia Ovest”, che Sergio Marchionne aveva voluto “per ampliare l’offerta di progettazione e ricerca sul territorio italiano e in particolare nella terra dei motori”. Lo evidenziano i sindacati (Fim-Cisl, Uilm, Aqcf-R, Fiom-Cgil) dopo un’assemblea ieri con i lavoratori di Innovation Lab Maserati Modena, presidio di ricerca che sta conoscendo un nuovo destino nell’ambito dell’attuale fase Stellantis. Riavvolgendo il nastro del recente passato, le sigle ricordano che “mentre lo stabilimento di via Ciro Menotti si barcamenava tra un ammortizzatore sociale e l’altro, in attesa di una autovettura che sarebbe arrivata solo nel 2021 con l’Mc20, l’Innovation Lab Modena cresceva a dismisura arrivando a superare i 1.300 dipendenti”, principalmente ingegneri e tecnici.
LE SCELTE DELL’AZIENDA
Adesso, tiene banco la scelta aziendale, invece, di tagliare i costi degli spazi, oltre che i costi del personale, “attraverso il ridimensionamento del numero dei lavoratori e lo spostamento di quasi tutte le attività nello stabilimento storico” di via Menotti. Sta di fatto, scuotono la testa i sindacati, che il destino dello stabilimento di via Emilia Ovest è segnato: “Gran parte dello stabile era dedicato agli uffici e con uno smart working al 50% l’azienda si dice certa di poter utilizzare tutte le aree della torre Maserati (lato cavalcavia Crocetta)”, lanciata a fine anni ’90 dall’allora presidente Luca Cordero di Montezemolo.
TUTTA LA PRESENZA DI STELLANTIS IN ITALIA A RISCHIO DECLINO
Il risultato è che si perdono “attività quali i simulatori statico-dinamico (trasferiti al Balocco), i banchi studio rifrazione solare sui cristalli (destinati a Pomigliano), alcuni banchi definiti Hmi (interfaccia uomo macchina) nei quali si svolgevano attività di ricerca e in cui era collocato il progetto guida autonoma”. In questo modo, tutta la presenza di Stellantis in Italia viene considerata a rischio di declino: “Se nemmeno su un prodotto di altissima gamma non si vedono investimenti adeguati e nuovi lanci di vetture (necessari per stare in questo mercato),la brutta piega che sta prendendo la discussione tra Stellantis e le istituzioni di governo– concludono i sindacati emiliani- non può che generare grande preoccupazione sul futuro non solo di Maserati Auto, ma di tutti gli stabilimenti italiani”.
Dire