Esteri

Terremoto in Marocco, continua a salire il bilancio delle vittime: oltre 2000. In campo l’Unione Africana

 

Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Marocco venerdì notte. I morti accertati sono 2.012 e i feriti sono 2.059, secondo l’ultimo bilancio fornito in nottata dalle autorità di Rabat.  La scossa di magnitudo 6.8 è stata registrata a circa 70 km da Marrakech, a una profondità di 10 km, intorno alle 23 ed è stata seguita da numerose repliche di assestamento. Dall’Italia la premier Meloni ha promesso sostegno al Marocco, mentre non risultano nostri concittadini tra le vittime del sisma.Solidarietà e impegno di aiuto nei confronti del Marocco colpito dal terremoto sono giunte anche dall’Africa, attraverso l’Unione Africana (Ua), l’organismo continentale del quale Rabat era tornata a far parte nel 2017 dopo uno scontro politico sulla questione del Sahara occidentale. A inviare un messaggio è stato anzitutto Moussa Faki Mahamat,presidente della Commissione dell’Ua, che ha sede nella capitale etiope Addis Abeba. Il dirigente ha espresso “condoglianze sincere” rivolgendosi al re Mohammed VI, al popolo del Marocco e alle famiglie delle vittime del sisma, oltre 2mila. Vicinanza anche dalla Nigeria, con oltre 200 milioni di abitanti il Paese più popoloso del continente. Il presidente Bola Tinubu, eletto quest’anno, ha inviato un messaggio al sovrano di Rabat. “La Nigeria”, ha sottolineato, “continuerà a essere solidale con il Marocco quando il Paese si riprenderà, sarà ricostruito e diventerà ancora più forte di prima di questo evento sciagurato”. “Straziante” è stato invece l’aggettivo utilizzato rispetto al terremoto da un altro dirigente africano, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, alla guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Il Marocco aveva lasciato l’allora Organizzazione dell’unità africana nel 1984 in segno di protesta contro l’attribuzione di un seggio presso l’organismo alla Repubblica araba democratica saharawi (Rasd), che rivendica il diritto a governare il Sahara occidentale, ex colonia spagnola occupata da Rabat nel 1975.

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