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Terremoto in Turchia e Siria: Caritas Siria, operatori in azione ad Aleppo, Latakia e Tartous

 

Dopo aver tracciato la mappa dei bisogni delle popolazioni terremotate, Caritas Siria sta operando tra Latakia e Aleppo per portare supporto agli sfollati che hanno trovato nei vari centri di accoglienza allestiti dalle autorità e dalle agenzie umanitarie operanti in loco. Ad Aleppo, secondo quanto appreso dal Sir, Caritas Siria sta distribuendo cibo, acqua, materassi e coperte grazie anche all’aiuto dei volontari dell’Emergency response unit di Caritas Libano. Tra i centri serviti anche quello della moschea Abdul Majeed sita nel distretto di Karm Al-Jabal (Aleppo). Operatori di Caritas Siria sono al lavoro anche nel governatorato di Tartous e a Latakia, importante città costiera siriana. Attiva anche la donazione di sangue all’interno di cliniche mobili Caritas. “La gente vive nell’attesa di aiuti e di soccorsi, è sconfortata, non sa dove andare. Sono state allestite delle tende e aperte delle scuole ma la situazione resta altamente drammatica”. Padre Bahjat Karakach, frate della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Aleppo prova a descrivere al Sir la situazione nella seconda città siriana, a 5 giorni dal terremoto del 6 febbraio scorso che ha colpito Turchia e Siria. Ad oggi le vittime totali sono oltre 24mila, oltre 3.500 in Siria. Di queste almeno 2.166 nel nord-ovest controllato dai ribelli. “Il tasso di distruzione delle abitazioni è altissimo” dice il parroco che oggi si è recato al Terra Sancta College, poco fuori Aleppo, dove il suo confratello, padre Samar, ospita 2000 terremotati. Nella parrocchia di padre Bahjat ce ne sono altri 500. Secondo la rappresentante dell’Oms in Siria, Iman Shankiti, sono circa 5 milioni le persone colpite dal terremoto, con 200mila persone rimaste senza casa solo ad Aleppo. “Lungo la strada ho visto ancora tante macerie, c’è tanto bisogno di sostegno e di mezzi. Inoltre quei pochi aiuti che arrivano spesso vengono trafugati da bande di criminali. Stiamo assistendo anche a episodi di sciacallaggio favoriti anche da poca presenza sul territorio delle forze dell’ordine. La gente vive nella miseria più totale e attende aiuto”. Oggi pomeriggio, fa sapere padre Bahjat, nel Terra Sancta College è attesa una delegazione dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, guidata dal suo direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus,  per verificare la situazione. Con lui anche il capo degli aiuti umanitari dell’Onu, Martin Griffiths. “Spero portino medicine e farmaci da distribuire ai malati e ai terremotati” spera il parroco. La risposta è venuta qualche ora più tardi quando,  secondo quanto riferito dall’agenzia Sana, l’aereo dell’Oms ha portato 35 tonnellate di equipaggiamenti medici. Un secondo aereo è atteso tra 2 giorni. “Abbiamo appreso che gli Usa hanno allentato le sanzioni, vedremo quali saranno gli effetti reali di tale decisione. Mi pare un segnale che va nella giusta direzione” aggiunge padre Bahjat.

Fonte Sir

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