“Vi avevamo detto di non costruire l’aeroporto sulla faglia“. Questa la critica mossa alle istituzioni dall’Unione delle camere degli ingegneri e degli architetti della Turchia (Türk Mühendis ve Mimar Odalari Birligi, Tmmob), dopo la notizia dellachiusura dell’aeroporto internazionale di Hatay (nella foto), tra Alessandretta e Antiochia. Il secondo terremoto di 7.6 gradi che ha colpito la Turchia – e che per l’autorità turca per le emergenze (Afad) è stato un sisma a sé e non un evento legato a scosse di assestamento dopo quello di 7.8 gradi verificatosiall’alba – ha infatti finito per spaccare a metà l’autostrada e le piste d’atterraggio, rendendo non solo impossibile raggiungere l’hub, ma anche le operazioni degli aeromobili, tra cui i velivoli impegnati nei soccorsi in un momento estremamente difficleper la popolazione. Alla testata Bianet il presidente della sezione di Ankara dell’Unione, Tezcan Karakus Candan, ha dichiarato: “La priorità assoluta ora è salvare vite, tuttavia è anche giusto fare una critica. Avevamo avvertito molte volte prima che l’aeroporto di Hatay venisse costruito, che il progetto sorgeva lungo la faglia. Ma nessuno ci ha ascoltato”.
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