Politica

Terzo mandato, la Consulta riaccende la miccia: scontro aperto tra alleati e nuove manovre nei Cinque Stelle

di Viola Scipioni

La sentenza della Corte costituzionale INella foto) sul limite ai mandati dei Presidenti di Regione ha sparigliato il tavolo politico italiano, aprendo un nuovo fronte di scontro tanto a destra quanto a sinistra. Con Luca Zaia e Vincenzo De Luca ormai fuori dai giochi per un terzo mandato, la partita si sposta sui successori – ma i due governatori restano protagonisti. «Da qui dovranno passare», ha avvertito De Luca, lasciando intendere che non si farà da parte senza dire la sua.

Il primo a muoversi è stato il centrodestra, dove la Lega ha immediatamente alzato le barricate. «Il Veneto resta comunque alla Lega», ha dichiarato il Capogruppo alla Camera Riccardo Molinari subito dopo la decisione della Consulta. Un messaggio chiaro anche per gli alleati. Ancora più netto è stato Massimiliano Romeo, Capogruppo al Senato e segretario regionale della Lega in Lombardia: «le Regioni dove governa la Lega devono rimanere alla Lega». Parole che suonano come un avvertimento a Fratelli d’Italia, impegnati in una silenziosa ma serrata trattativa interna per ridefinire gli equilibri.

Il punto critico si sposta ora sulla Campania. De Luca, definito come un “ribelle” anche tra i suoi, promette scintille in una diretta social attesa per oggi. Al centro del fuoco incrociato, i due emissari inviati da Elly Schlein per iniziare il dialogo sul futuro della coalizione: Igor Taruffi e Davide Baruffi. Il nome sul tavolo è quello dell’ex Presidente della Camera, Roberto Fico, che Pd e M5S vorrebbero candidare al posto di De Luca. Ma c’è un ostacolo non da poco: il terzo mandato.

In casa Cinque Stelle, infatti, la sentenza sul caso De Luca ha accelerato un processo già in corso: la revisione del codice etico interno che limita a due i mandati per i parlamentari. Giuseppe Conte ha già scritto una bozza di riforma, passata al vaglio del comitato di garanzia, che prevede una deroga: sarà possibile candidarsi per un terzo mandato solo se in un’istituzione diversa da quella in cui si sono svolti i primi due. Proprio questa apertura permetterebbe a Fico di scendere in campo per le Regionali. Il nuovo testo sarà sottoposto al voto degli iscritti entro fine mese.

Nel frattempo, si rianimano anche vecchie glorie del Movimento: alla recente manifestazione contro il riarmo, lo scorso 5 aprile, si sono visti Alfonso Bonafede, Fabiana Dadone, Stefano Buffagni, Dario Violi e Laura Bottici. Mancava solo Virginia Raggi, ma anche lei potrebbe tornare in pista. «Il nuovo corso consentirà di rimettere in gioco le energie migliori», si lascia trapelare dai vertici del partito.

L’effetto domino è ormai innescato. A destra, la Lega si prepara a difendere ogni postazione: «non cederemo nessuna casella», il messaggio recapitato agli alleati. A sinistra, il Pd è stretto tra l’impeto di De Luca e la spinta al rinnovamento incarnata da Fico. E i Cinque Stelle riscrivono le regole del gioco, pronto a rientrare nella partita con nuove pedine.

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