Esteri

Thailandia, dopo le elezioni di maggio rischio di colpo di stato dopo la vittoria di Pita 

 

Pita Limjaroenrat è il vincitore delle elezioni del 14 maggio favorito per diventare primo ministro, ma la Commissione elettorale il 9 giugno ha aperto un “procedimento penale” contro di lui per presunta frode elettorale, punibile con l’interdizione politica per 20 anni e 10 anni di carcere.

Pita è vulnerabile a un intervento legale perché la vittoria elettorale del suo nuovo Move Forward Party (MFP) è stata sostenuta da molti elettori democratici e antimilitari. Ciò ha fatto scattare l’allarme in tutto l’establishment conservatore guidato dall’esercito  thailandese.

Tanta preoccupazione da parte dei vertici militari deriva dal fatto che Pita ha condotto una campagna per privare gli ufficiali dell’esercito del potere politico e delle lucrose imprese commerciali, porre fine alla coscrizione obbligatoria, sciogliere il Senato da 250 seggi nominato dai militari e smantellare l’opaco comando delle operazioni di sicurezza interna, creato dalla CIA durante l’epoca dell’anticomunismo.

Il voto del 14 maggio per la Camera dei Rappresentanti del Parlamento ha dato la vittoria all’MFP 151 con seggi, l’altro principale partito di opposizione thailandese, Peua Thai, si è classificato secondo con 141 seggi e ha accettato di entrare in una coalizione con MFP.

Molti elettori hanno nettamente scelto di votare  l’MFP contro l’attuale governo militare, l’incarcerazione di attivisti e studenti, la censura dei media e la manipolazione della politica inquinata dai colpi di stato del 2006 e del 2014 e  i sondaggi hanno mostrato che anche molti coscritti dell’esercito  hanno votato MFP.

L’economia disastrata dal Covid, il grave inquinamento, la corruzione, la burocrazia aggrovigliata e altri problemi hanno probabilmente portato alla vittoria di Pita cheha battuto il nuovo partito del primo ministro Prayut, che si è piazzato solo al quinto posto alle elezioni.

Pita si sta difendendo dalle accuse di possibile violazione di una legge elettorale  insistendo sul sul fatto che le accuse sono politicamente motivate. Erede dal 2006 di 42.000 azioni dal suo defunto padre in una società di media, la  iTV e per condannarlo, la Commissione ha bisogno di provare che “era scientemente consapevole” che qualsiasi candidato, che detiene azioni di una società di media, è escluso dalla candidatura al Parlamento.

In caso di condanna la Commissione   può inoltrare  il caso al tribunale penale di Bangkok con  una potenziale pena detentiva di 10 anni, nonostante Pita abbia dichiarato, tardivamente, di aver recentemente venduto le sue azioni di iTV.

Se non riuscisse a diventare primo ministro, le rproteste dei suoi sostenitori potrebbero riversarsi nelle strade di Bangkok, al contrario, se avesse successo, dovrebbe affrontare le proteste di strada, altrettanto dirompenti, guidate dagli oppositori filo-establishment.

Minacce velate di violenza urbana, espresse da entrambe le parti utilizzate per fare pressione su politici e istituzioni affinché accettino accordi politici dietro le quinte.

In  Thailandia vige una monarchia costituzionale ed è paralizzata da più di una dozzina di colpi di stato dagli anni ’30, un altro putsch è sempre una possibilità. Anche se il peso dei militari è decisivo l’attuale sovrano della Thailandia,  Rama X, ha il diritto di  veto o di approvazione e promulgazione delle leggi emanate dal parlamento, e quello di concedere l’indulto. Il re è inoltre il capo delle forze armate reali e il difensore della fede Buddhista (che è la religione di Stato in Thailandia).

Tuttavia l’’indagine della commissione su Pita potrebbe trascinarsi per mesi e un procedimento penale potrebbe richiedere anni, il che potrebbe consentire a Prayut di rimanere provvisoriamente primo ministrofino a quando il caso non sarà risolto, in alternativa potrebbe venire squalificato se l’esito del caso gli fosse avverso .

Si ricorda chela  Corte costituzionale già nel 2009 ha estromesso l’allora primo ministro Samak Sundaravej a causa di un conflitto di interessi quando ha ospitato un programma televisivo di cucina.

In Thailandia il primo ministro ha bisogno di una  maggioranza di 376 dei 500 membri della Camera dei Rappresentanti del Parlamento, e di 250 membri nominati dalla giunta militare per il senato. 

Il Senato potrebbe schierarsi con l’esercito e unire il suo blocco con altri partiti della Camera, compresi quelli dell’attuale coalizione di governo di Prayut, per formare un possibile governo di minoranza.

Fra i nomi che circolano per la premiership c’è quello dell’attuale  ministro della Sanità Anutin Charnvirakul, un industriale alla guida del popolare partito Bhum Jai Thai, terzo classificato.

La fama di questi è aumentata quando l’anno scorso ha contribuito aalla legalizzazione della cannabis eliminandola dalla lista dei “narcotici”. Il successo di Anutin ha attirato milioni di dollari di investimenti commerciali e al dettaglio tailandesi, statunitensi, europei e di altri , con il risultato che migliaia di negozi di cannabis punteggiano le strade del Paese.

Il suo BJT ha vinto 71 seggi alle elezioni, rendendolo un blocco prezioso per la formazione di qualsiasi coalizione. Anutin si è offerto di aderire a qualsiasi coalizione che accetti di mantenere la cannabis legale, ma se  diventasse primo ministro, fornirebbe un camuffamento civile allo status quo del continuo dominio monarchico-militare.

GiElle

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