Economia e Lavoro

Transizione energetica in Europa, l’Italia conquista la maglia nera

 

di Gino Piacentini

Il percorso del nostro paese verso un’energia libera dai combustibili fossili e più vicina alle esigenze climatiche, è lento e poco efficace. Questa la sintesi fornita dal quarto Rapporto Circonomia, il Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica promosso in collaborazione con Legambiente, Kyoto Club, Fondazione Symbola.

Il Rapporto presentato a Roma presso l’Associazione Civita, si occupa di censire annualmente i passi in avanti del nostro Paese verso la transizione ecologica. L’analisi evidenzia la crisi profonda e strutturale nel settore energetico, dove la transizione dalle fonti fossili (carbone, petrolio, gas) alle rinnovabili (sole e vento), non sia effettivamente mai stata portata avanti in modo programmatico, un paradosso, se consideriamo la collocazione geografica e la ricchezza di fonti rinnovabili. Questi dati possono e devono preoccupare soprattutto considerando che il nostro paese è tra gli epicentri della crisi climatica globale, con una temperatura media cresciuta di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale – aumento quasi triplo rispetto al dato globale – e che nel 2022 ha superato la soglia dei 14 °C.

In evidenza anche la perdita del podio dell’Italia nell’economia circolare a favore dell’Olanda. Anche qui a colpire maggiormente è come dal 2018 in poi corriamo meno della media dei Paesi Ue, consumiamo più materia e produciamo più rifiuti sia per abitante che per unità di Pil (mentre i dati medi europei segnano una riduzione), produciamo più emissioni climalteranti pro-capite (dato medio europeo: -7 peggio dell’Europa nel consumo di energia fossile (noi stabili, in Europa -5%) e nella crescita delle energie rinnovabili: +7% sul totale dei consumi contro il +14% dell’Europa, +2,2% sulla produzione elettrica contro il +15,2% europeo. Tra le molteplici ragioni di questo rallentamento spicca l’evidente incapacità di innovazione tecnologica del nostro Paese, che spende in ricerca e sviluppo (2021) l’1,48% del Pil, contro il 2,26% della media Ue e il 3,13% della Germania.

Tuttavia, malgrado i numeri, l’Italia rimane tra i Paesi europei più avanti nel passaggio a un’economia circolare, prima per il tasso di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, con prestazioni brillanti in tutti i principali indicatori di “circolarità” dal consumo di materia al riutilizzo delle cosiddette materie prime seconde, cioè le materie prime che tornano a nuova vita mediante il riciclo e la rigenerazione. Proprio grazie alle materie prime seconde, l’industria manifatturiera italiana nel 2021 ha conseguito un risparmio energetico di circa 770 mila TJ, equivalente all’11,8% del totale dell’energia disponibile lorda, e ha evitato emissioni climalteranti per 61,9 milioni di tonnellate di CO2eq, pari al 15,9% delle emissioni lorde italiane.

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