Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appena minacciato l’Unione Europea, “una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo”, con tariffe del 200% su “tutti i vini, champagne e prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri paesi rappresentati dall’Ue”.
Il mercato del vino europeo negli Stati Uniti rappresenta una componente significativa delle importazioni vinicole americane. In termini di volumi, nel 2023 negli Stati Uniti sono stati bevuti oltre 30 milioni di ettolitri di vino, mantenendo il primato mondiale nei consumi assoluti, sebbene in leggero calo rispetto agli anni precedenti. Nello stesso anno hanno importato vino per un valore superiore ai 6 miliardi di euro, con una flessione di oltre l’11% rispetto all’anno precedente. La Francia si è confermata il principale fornitore di vino per gli Stati Uniti con oltre il 37% del mercato. L’Italia segue con una quota superiore al 30%, nonostante un calo delle esportazioni al di sotto dei 2 miliardi di euro nel 2023 con una diminuzione dell’11,4% rispetto al 2022, quando Le importazioni di vino negli Usa raggiunsero i 7,3 miliardi di euro e il nostro Paese, con la Spagna, fu vicino al record storico. Per quanto riguarda le bollicine, l’Italia si conferma leader nei volumi importati dagli Stati Uniti, con 122,6 milioni di litri nel 2024, in crescita del 13,7% rispetto all’anno precedente. La Francia, invece, domina in termini di valore, con 887,8 milioni di dollari, mentre l’Italia segue con 683,6 milioni di dollari. Intanto si registrano le prime reazioni nel mondo delle imprese. Un’alleanza degli agricoltori italiani, americani e canadesi per dire stop alla guerra dei dazi che colpisce imprese e cittadini stravolgendo i flussi commerciali con effetti pesantissimi sulle economie nazionali. E’ l’obiettivo di Coldiretti e Filiera Italia che hanno avviato contatti con le organizzazioni agricole americane, a partire dalla Nfu, per mettere in campo tutte le necessarie azioni diplomatiche per scongiurare un conflitto che danneggerebbe cittadini e imprese europee e americane. L’iniziativa segue il documento congiunto sottoscritto al G7 agricolo di Siracusa sulla necessità di rafforzare il commercio internazionale equo basato sulla reciprocità e sulla trasparenza. Gli agricoltori, assieme ai consumatori, sono infatti le prime vittime dei dazi, con la chiusura improvvisa di mercati consolidati ma anche con il possibile arrivo di considerevoli quantità di prodotti in cerca di nuovi sbocchi, con effetti dirompenti sui prezzi. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, le tariffe aggiuntive al 25% imposte durante la prima presidenza Trump su una serie di prodotti agroalimentari italiani avevano portato a una diminuzione del valore delle esportazioni (confronto annuale tra 2019 e 2020) che è andata dal -15% per la frutta al -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori. E persino il vino, seppur non inizialmente colpito dalle misure, aveva fatto segnare una battuta d’arresto del 6%. Ma anche gli agricoltori americani rischiano di finire ugualmente danneggiati dalle tariffe aggiuntive all’export. Secondo un’analisi Coldiretti sulla base della lista divulgata dalla Commissione Ue sui prodotti che potrebbero essere interessati dai nuovi dazi, solo per l’Italia la risposta Ue andrebbe a colpire circa mezzo miliardo di euro di importazioni di cibo americano in Italia, dallo yogurt al burro, dalla birra ai superalcolici, dai cereali alla carne di manzo e di pollo, pari a quasi 1/3 del valore complessivo delle vendite nel nostro Paese. Da qui la necessità – concludono Coldiretti e Filiera Italia – di mettere in campo tutte le necessarie azioni diplomatiche per scongiurare un conflitto che danneggerebbe cittadini e imprese europee e americane e in particolare le aziende agricole familiari.