“Non ho fatto nessun progresso sull’Ucraina con Putin”, ha dichiarato Donald Trump prima di partire per l’Iowa. Il presidente Usa ha detto a Vladimir Putin che non è “contento” della situazione in Ucraina e ha negato di aver smesso di fornire armi all’Ucraina. “Le abbiamo date e continuiamo a farlo ma dobbiamo essere sicuri di averne abbastanza per noi” ha evidenziato il tycoon. Il sostegno ferreo all’Ucraina in terra scandinava, gli scarsissimi progressi per uno schema di pace accettabile per Kiev sul filo diretto tra gli Usa e la Russia. La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, arrivata dopo l’annunciato stop all’invio di armi a Kiev da parte del presidente americano, è stata ben lontana dal chiarire un quadro che, per Volodymyr Zelensky, rischia di divenire improvvisamente più fosco. E non è un caso che il presidente ucraino sia arrivato ad Aarhus, in Danimarca, in occasione dell’inizio del semestre di presidenza guidata da Copenaghen. Una sortita, quella di Zelensky, che ha centrato il bersaglio – ottenere nuove assicurazioni sul sostegno militare dell’Europa – ma che, con un progressivo disimpegno americano, rischia di essere monca. Dunque la Russia è pronta a proseguire i negoziati con l’Ucraina, ma resta fermo il raggiungimento degli obiettivi già dichiarati: lo ha detto ai cronisti Yuri Ushakov, consigliere presidenziale russo, così come riporta l’agenzia russa Ria Novosti. Ushakov in particolare ha riferito che il presidente Putin “ha anche affermato che la Russia raggiungerà i suoi obiettivi, ovvero l’eliminazione di tutte le cause profonde che hanno portato all’attuale stato di cose, all’attuale conflitto. E la Russia non si tirerà indietro da questi obiettivi”.
Dopo oltre un’ora di colloquio telefonico, Trump ha sollecitato l’omologo russo a una “rapida cessazione delle ostilità“. I due leader hanno confermato l’impegno a un terzo round negoziale a Istanbul, sebbene non siano stati discussi i contenuti. Come scrive ancora Ria Novosti, non hanno affrontato invece il tema della sospensione parziale delle forniture di armi americane all’Ucraina paventata ieri dall’amministrazione Trump.
Dopodiché, i rappresentanti di Mosca e Washington hanno parlato della situazione in Medio oriente, tra cui Iran e Siria; Putin ha evidenziato la necessità di seguire la strada della diplomazia per risolvere le controversie. Gli interlocutori hanno convenuto di proseguire il dialogo su questi temi, attraverso i ministri degli Esteri, della Difesa e tramite gli uffici presidenziali.