Esteri

Ucraina, fallisce l’obiettivo di interferire nelle elezioni russe con gli attacchi oltrefrontiera

 

di Giuliano Longo

Il tentativo dell’Ucraina di interferire nelle elezioni presidenziali russe è fallito, mentre il sostegno interno e Putin si è rafforzato. I Cervelli  della NATO e dell’intelligence americana non sono riusciti a capire il meccanismo del sistema elettorale russo, mentre Kiev lo conosceva benissimo per cosa avrebbe significato.

La stampa americana ed europea, come si suole in tempi di guerra, è fitta di descrizioni negative sulle elezioni russe, definendole una farsa e una frode, utilizzando senza limiti gli argomenti sulla repressione dell’opposizione e sulla “resistenza”in Russia, usando anche la nobile figura di Navalnycome bandiera di una forte opposizione a Putin che non esiste. .

Non c’è dubbio che l’opposizione in Russia sia repressa, né abbiamo dubbi che I russi non abbiano  libertà politica come nei Paesi di democrazia, solo che quelle  elezioni hanno uno scopo diverso da quello di far competere  i candidati e offrire alternative  alla leadership attuale .

Quella  elezioni non sono state democratiche nel senso normale del termine poiché gli altri candidati (per modo di dire) hanno ricevuto qualcosina 4,31%. Il vero voto riguardava Putin e la sua leadership per la quale hanno  votato milioni di russi.

Gli ucraini erano così preoccupati per queste elezioni che hanno organizzato una forza di invasione suicida per cercare di fermare il voto nelle aree russe al confine, in particolare nella città e nella regione diBelgorod.

Nei tre giorni dell’operazionel’Ucraina ha ucciso anche 11 civili utilizzando droni e razzi e ne ha feriti altri 82, di cui nove in modo grave. Tra i morti si contano anche un funzionario elettorale e una ragazzina di tredici anni (suo padre è rimasto gravemente ferito quando la loro auto è stata colpita da un drone).

Contemporaneamente Kiev ha lanciato centinaia di droni  puntati su Mosca e altri su San Pietroburgo, principalmente contro centrali elettriche e alcuni aeroporti, fra questi il Domodedovo di  Mosca, secondo aeroporto più trafficato dopo il  terminal internazionale di Sheremetyevo.

Sul terreno Gli ucraini hanno impegnato  una forza d’attacco che comprendeva circa 1.500 “volontari” russofoni in un’unità speciale, oltre  un gran numero di combattenti stranieri, numerosi carri armati e mezzi corazzati (compresi i veicoli da combattimento della fanteria Bradley) e truppe d’assalto delle unità d’élite.

Ma, i 4  giorni di combattimento non sono riusciti  a occupare e mantenere  alcun territorio, nemmeno un piccolo villaggio. Mentre hanno subito uno scacco così grave che il capo dell’intelligence militare ucraina,Kyrylo Budanovha riferito a Zelenskyj che la pianificazione dell’operazione era stata compromessa da un traditore, mentre in realtà i servizi segreti russi ne erano a conoscenza da giorni.

Budanov probabilmente aveva  pianificato l’operazione con il falco statunitense  Victoria Nulande la “sorpresa” di cui ha parlato la ex Segretaria si Stato quando ha visitato frettolosamente Kiev alla fine di gennaio, prima delle sue dimissioni o del suo licenziamento.

Subito dopo il tentativo di invasione , il 18 marzo, i russi hanno preso di mira un  meeting di alti comandanti della sicurezza e della difesa ucraini con missili a lunga gittata e si presume che l’attacco, che ha provocato morti e feriti, rappresentasse la risposta russa all’invasione del suo territorio.

L’operazione di Kiev mirava a indebolire il sostegno a Putin e ad influire sulla elezioni, ma perché tanto impegno se già si sapeva che l’esito della competizione era scontato?  Perché sacrificare corpi scelti e materiali preziosi?

E’ difficile valutare su quali basi i  leader ucraini e i loro sostenitori nella NATO pensassero che un’invasione avrebbe funzionato e che in che modo avrebbe screditato le elezioni russe. Queste  si sono svolte tranquillamente eccetto la manifestazione a Mosca di qualche migliaio di oppositori a Putin alcuni ai seggi, presumibilmente condotti da agenti ucraini .

In ogni caso quelle elezioni non sono state influenzate in alcun modo significativo e misurabile e il voto ha sancito un appoggio popolare a Putin e alla sua cosiddetta “Operazione Militare Speciale”. 

Zelenskyj e i suoi sostenitori della NATO hanno sbagliato ancora una volta quando si è trattato di ipotizzare un cambio di regime in Russia. Se non altro, i tentativi di rovesciare Putin e di influire sule elezioni,si sono ritorti contro rafforzando lo Tzar.

Questo non vuol dire che il disegno di Budanov e del suo Presidente di colpire in territorio russo con l’infiltrazione di corpi scelti, sabotaggi, attacchi di droni e missili e azioni terroristiche siano terminati. Si tratta comunque di azioni legittimate dallo stato di guerrasoprattutto se a Kiev verranno forniti missili a lunga gittata come i Taunus.

Ma è evidente che se queste azioni manifestano una volontà di resistenza del regime di Zelensky e di parte dei sui sostenitori occidentali, sono anche il segno di grosse difficoltà al fronte o addirittura  alla eventualità di un crollo di alcuni centri strategici in territorio ucraino.

Da qui a dire che Mosca sia in grado di occupare Kiev o Odessa ce ne corre, ma la riconferma di Putin dovrebbe indurre gli USA, i suoi alleati e Zelnsky ad una valutazione del conflitto più attenta e meno propagandistica.

Anzi,siamo convinti che a Washington siano assolutamente consapevoli della situazione, ma Biden deve mantenere il punto almeno sino all’esito delle elezioni presidenziali. Quindi c’è da attendersi che, salvo sorprese ed escalation NATO con l’invio diretto di truppe e micidiali missili, la guerra durerà almeno per tutto l’anno in corso. Speriamo di essere cattivi profeti.

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