La guerra di Putin

Ucraina: i 60 miliardi in aiuti statunitensi non garantiscono la vittoria

di Giuliano Longo

Ci sono voluti mesi di ritardi e di richieste disperate da parte dell’Ucraina, ma la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha finalmente approvato un disegno di legge che autorizza 60 miliardi di dollari di aiuti militari all’Ucraina.

Riuscirà quindi il sostegno degli Stati Uniti a salvarla da quella che altrimenti sarebbe stata una sconfitta quasi certa ? Certamente  dà a Kiev il tempo di tirare il fiato  sul campo di battaglia – e un’opportunità per fermare una lenta ma costante offensiva russa che ha fruttato a Mosca sostanziali guadagni territoriali negli ultimi mesi.

Ma  ci sono ancora alcune difficoltà logistiche da superare. La maggior parte del materiale militare urgentemente necessario, in particolare le munizioni, è già immagazzinato in Polonia.Ma deve essere trasportato in prima linea e incorporato nella strategia e nelle tattiche di difesa delle truppe ucraine presenti sul posto.

Dato che i leader ora sono sicuri che i rifornimenti arriveranno presto, Kiev sarà meno costretta a razionare le munizioni come ha fatto negli ultimi mesi. , questo potrebbe significare un miglioramento della.

Sul versante del cosiddetto “Occidente collettivo” resta il fatto che le basi industriali della difesa degli Stati Uniti e dell’Europa non sono affatto sufficientemente attrezzate per eguagliare la produzione militare notevolmente aumentata della Russia. La rapida transizione di Mosca  verso un’economia di guerra è stata inoltre sostenuta dal sostegno e dalle forniture di armi di Iran , Corea del Nord e Cina .

C’è una certa fiducia che la capacità produttiva negli Stati Uniti e in Europa, così come in Ucraina, aumenterà in modo significativo a partire dal 2025. Allo stesso tempo vi sono dubbi sulla capacità della Russia di sostenere l’attuale tasso di produzione militare, soprattutto se gli Stati Uniti e l’UE riescono a dissuadere la Cina dall’aiutare ulteriormente Mosca, come preannunciano le misure  americane che potrebbero venir approvate a breve.

Mosca dispone ancora di evidenti vantaggi in termini di manodopera. Gode della superiorità aerea alla luce dell’esaurimento dei sistemi di difesa aerea ucraini. E’ quindi prevedibile che già da questi giorni  raddoppierà le sue attuali spinte offensive, prima che le difese dell’Ucraina siano rafforzate dall’arrivo di aiuti militari e da più consiglieri militari statunitensi.

D’altra parte  l’Ucraina non è l’unica grave crisi di sicurezza che l’Occidente si trova ad affrontare. Nello stesso momento in cui la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge sul sostegno all’Ucraina, ha anche votato a favore del sostegno militare a Israele e Taiwan, autorizzando potenzialmente un totale complessivo di circa 100 miliardi di dollari.

Alla luce deldebito federale esistente di 34.000 miliardi di dollari– che aumenta di 1.000 miliardi di dollari ogni 100 giorni – la sostenibilità a lungo termine di tali pacchetti di aiuti è in discussione, e non solo durante una potenziale seconda presidenza Trump.

Nel complesso, tutto ciò significa che le previsioni di Zelensky e di qualche “falco” NATO , secondo cui l’Ucraina vincerà la guerra contro la Russia entro un anno, sono nella migliore delle ipotesi, eccessivamente ottimistiche e, nella peggiore, pericolosamente deliranti.

Più realisticamente, la risolutezza dell’Occidente nel sostegno all’Ucraina, potrebbe  darà a Kiev l’opportunità di migliorare la propria posizione negozialequando le due partisi siederanno per porre fine a questa guerra.

Ma anche questo potrebbe rivelarsi un pio desiderio. Considerata la continua retorica della vittoria a Mosca e Kiev , non gioca a favore di questa  ipotesi.

Né le prossime elezioni presidenziali americane cambieranno alcun chè anche in caso di vittoria di Trump.

In primis perché l’impegno USA non si pone limiti di tempo e in secondo luogo la perché il recente massiccio finanziamento a Kiev non è solo una vittoria di Biden, ma di quel “deep state” cui fanno riferimento anche consistenti settori dei Repubblicani, che sostengono l’apparato militare industriale USA   in pieno sviluppo. Quindi di pace, almeno per un anno, non si parlerà

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