Esteri

Ucraina: la guerra di logoramento mette in gravi difficoltà il suo esercito

Di Giuliano Longo

Il comandante in capo ucraino Oleksandr Syrskyi l’11 gennaio ha trasferito 5.000 soldati dell’aviazione alle truppe di terra allarmando chi ritiene stia sacrificando specialisti altamente qualificati difficilmente sostituibili come carne da cannone nelle aree più calde del fronte.

La questione si sta notata a Washington dal segretario di Stato Marco Rubio durante la sua udienza di conferma il quale senza peli sulla lingua ha dichiarato che “Il problema che l’Ucraina sta affrontando non è che si stanno esaurendo i soldi, [ma] che stanno esaurendo gli ucraini”.

Gli stessi media ucraini, sempre più frequentemente lamentano che la situazione sta mettendo a dura prova i militari, con un numero crescente di soldati mal addestrati ed esausti che vanno al fronte fra enormi difficoltà a reclutare nuove truppe e con il frequente arresto arresti di ufficiali di prima linea rispettati e popolari.

Questo del personale è ormai diventato un problema politico per Kiev che tenta di dimostrare agli Stati Uniti e agli alleati che l’Ucraina è in grado di combattere e contrastare i russi abbandonando definitivamente la propaganda di un “inevitabile vittoria finale”. Slogan cui era seguito il cosiddetto “piano per la pace” in 5 punti che Zelensky ha fatto girare per tutte le cancellerie occidentali lo scorso ottobre.

Come già avvenuto con la destituzione del generale Zaluzhnynel febbraio 2024 i problemi in prima linea stanno sollevando domande sulla qualità del comando militare che sta cercando di passare da una forza in stile sovietico a una basata sui principi NATO, ma che comunque richiede un flusso costante di armi, tecnologie e soldi, tanti soldi.

Come sanno benissimo anche a Mosca che ha ben altro potenziale militare (compreso quello nucleare) la guerra moderna si sta evolvendo rapidamente, sempre più tecnica, complessa e imprevedibile. Richiede ufficiali che siano disposti a correre rischi, in grado di trattare con la truppa evitando rappresaglie che indeboliscono il morale dei soldati e favoriscono le diserzioni. Le squadre di ispezione, ad esempio sono il peggior male per un esercito che di fatto sta perdendo una guerra.

Sotto il comando di Syrskyi, lo staff si è trasformato in un gruppo di fedelissimi di Zelensky, lealisti. Decisi a riportare vittorie a tutti i costi di valore più politico e propagandistico, che militare, indipendentemente da quante vite possa costare.

I vertici di comando più elevato si rifiutano di discutere pubblicamente i problemi che l’esercito ucraino deve affrontare con il pretesto di non voler danneggiare le operazioni al fronte, tuttavia ammettono s denti stretti che le diserzioni stanno aumentando e l’arruolamento, spesso non volontario ma coatto, non sta dando i risultati che loro e il Presidente ucraino speravano.

E non confortano certo le discutibili affermazioni di Volodymyr Zelensky secondo il quale Kiev ha perso più di 43.000 soldati uccisi in azione con oltre 370.000 feriti in quasi tre anni di combattimenti. Mentre il Cremlino, senza però fornire cifre ufficiali contesta i numeri di Syrskyi il quale dichiara nel solo 2024 la Russia ha perso 150.000 soldati uccisi e più di 400.000 feriti, mentre dall’inizio del conflitto ha avuto818.740 soldati uccisi o feriti .

Il che significherebbe che i russi hanno perso quasi un esercito intero compreso quello di stanza dal Baltico alla Siberia, senza contare i militari che operano in Africa. Una cifra ancor più spropositata se si considera che la Russia non ha ancora istituito la leva obbligatoria, come in Ucraina, e si avvale di contattisti, sia pure ben pagati e riveriti.

Con il protrarsi della guerra meno soldati professionisti rimangono in prima linea, pertanto Kiev ha la crescente necessità di reclutare e formare persone dalla vita civile che non ha precedenti esperienze militari. Quindi i problemi del personale si fanno ancora più acuti soprattutto oggi quando l’Ucraina lotta per rallentare l’avanzata della Russia. Da maggio il Cremlino ha riconquistato parte della regione di Kharkiv ri-occupata nel 2022 e sta chiudendo l’accerchiamento sull’importante centro logistico orientale di Pokrovsk.

Lo stesso Oleksandr Syrskyi ieri ha ammesso che l’Ucraina ha perso circa la metà dell’area russa di Kursk occupata ad agosto, ma Kiev insiste sullidea cerca di sfruttare la sua presenza in quell’Oblast russo in vista di potenziali negoziati

L’Ukrainska Pravda, uno dei quotidiani più autorevoli di Kiev, denuncia che “sulla carta, ci sono un sacco di persone in prima linea, un sacco di armi, un sacco di attrezzature, eppure il fronte sta cadendo a pezzi. Non perché la gente non stia combattendo, ma perché c’è il caos al comando”.

Nelle settimane scorse i servizi di sicurezza hanno arrestato due generali ucraini con l’accusa di “protezione inadeguata della regione di Kharkiv” durante un’offensiva russa dello scorso anno, mentre un ex comandante di brigata è stato incarcerato per l’occultamento delle numerose diserzioni durante l’addestramento in Francia. Alcuni parlamentari della Rada sostengono che gli arresti sono motivati politicamente per giustificare le difficoltà al fronte.

C’è anche una forte critica di come l’esercito sta incorporando nuove reclute. Alcuni ritengono che i nuovi soldati dovrebbero essere integrati con unità di veterani per insegnare loro come sopravvivere sul campo di battaglia, mentre ci sono critiche sul fatto che l’Alto Comando sta invece gettando direttamente in battaglia queste reclute impreparate.

D’altra parte l’ambizione dichiarata di Zelensky non è solo quella di resistere all’avanzata russa, ma di disporre dell’esercito più forte d’Europa, con proposte assurde quale quella di sostituire le truppe statunitensi di stanza soprattutto in Germania, con le sue come se Kiev fosse già integrata nella NATO.

Ne frattempo è notizia di oggi che i russi hanno raggiunto il confine amministrativo della autoproclamata Repubblica Popolare di Luhansk (LPR) nell’area della riserva di Zolotarevsky. Questo ha permesso alle unità russe di avanzare verso il confine e di stabilire una nuova linea d’attacco.

Si ricorda che la maggior parte della LPR fu occupata nelle prime fasi dell’invasione il 3 luglio 2022 quando armate russe avevano raggiunto i confini amministrativi della regione.
Nel 2023 gli ucraini avevano occupato diverse roccaforti russe nel distretto di Svatovsky, ma ora queste posizioni stanno tornando sotto il controllo di Mosca che già alla fine di gennaio aveva raggiunto quel confine e che ora sarebbero in grado di entrare in territorio ucraino.

 

Ma molti osservatori ritengono invece che la cosiddetta “liberazione” completa della LPR sia sufficiente a Putin per vantare il raggiungimento di uno degli obiettivi della sua iniziale Operazione Militare Speciale , senza avventurarsi nella occupazione di altri territori ucraini.

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