Politica

Ucraina, M5S: “Non basta il voto di marzo, Draghi deve tornare a riferire in Parlamento”

 

 Il presidente del Consiglio Mario Draghi deve venire in Parlamento a riferire sulla guerra, anche perché il voto del 2 marzo sull’invio delle armi a Kiev “non è sufficiente” per ulteriori azioni a supporto dell’Ucraina. Lo chiede il Movimento 5 Stelle, in una nota diffusa al termine del consiglio nazionale presieduto da Giuseppe Conte.  Il M5S ritiene “necessario, dopo quasi tre mesi di conflitto nel cuore dell’Europa, con uno scenario in continua evoluzione, un confronto in Parlamento tra le varie forze politiche, con la possibilità di pervenire a un atto di indirizzo del Parlamento che possa contribuire a rafforzare l’azione politica del Governo in tutti i consessi internazionali e a perseguire un indirizzo ampiamente condiviso dal governo e dal Parlamento”. Inoltre, il partito ritiene “di considerare non sufficiente, in base ai principi del nostro ordinamento democratico, il vaglio parlamentare che è stato effettuato in corrispondenza del c.d. decreto Ucraina, che risale ai giorni immediatamente successivi all’aggressione militare russa, e che non tiene conto dei mutamenti nel frattempo intercorsi e delle strategie che si stanno delineando anche a livello internazionale”. Per questo “il Movimento chiederà che il presidente del Consiglio dei ministri venga in Parlamento a riferire sulle iniziative sin qui attuate e su quelle programmate in modo che ci sia piena condivisione dell’indirizzo politico a tutti i livelli istituzionali”. Basta armi, ora l’Italia deve farsi “protagonista” di uno “sforzo diplomatico”. Per i pentastellati è “necessario che l’Italia si faccia interprete e sia protagonista di una nuova fase degli sforzi diplomatici in tutte le sedi internazionali affinché sia scongiurato il rischio di una escalation militare e siano invece promosse serie e credibili negoziazioni diplomatiche, che valgano a evitare che il confitto attuale deflagri in uno scontro militare di proporzioni sempre più vaste e incontrollabili”.  Non solo: il Movimento ritiene “assolutamente opportuno che l’Italia, dopo avere già inviato varie forniture comprensive anche di armamenti per consentire all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa di cui all’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, concentri adesso i suoi sforzi sul piano diplomatico, promuovendo, in particolare, un’azione sinergica anche con altri Paesi europei per giungere a una soluzione equilibrata, equa e sostenibile”.

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