Politica

Unicredit-Mps-Mef, interrotta la trattativa

Lega contro Letta: “Miliardi e posti di lavoro persi per colpa del Pd” Replica del Segretario: “Unicredit pensava di partecipare a una svendita”

UniCredit e il ministero dell’Economia e delle Finanze comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena. Lo riporta una nota congiunta, “nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti”.
Già nelle scorse ore erano emersi i principali ostacoli all’origine dello stop alle trattative: la diversità di vedute sulle dimensioni e sui costi dei tagli dei posti di lavoro, nonché il modo di calcolo di Unicredit degli adeguamenti del valore sulle passività di Mps. Di fatto i crediti deteriorati e le pendenze legali avrebbero dovuto essere lasciati allo Stato, che peraltro ha già iniettato 5,4 miliardi di euro nelle casse della banca senese appena 4 anni fa. I dettagli erano emersi a 4 giorni dalla data entro cui Unicredit aveva chiesto di tracciare un accordo quadro per avere chiarezza sul futuro.
Interpellato a Bruxelles sull’argomento, Draghi aveva fatto capire di essere lontano dalla partita. “Non posso rispondere perché non lo so”, ha detto il premier, che però, secondo alcuni, avrebbe un piano B e sarebbe pronto a chiedere a Bruxelles un’estensione del termine ultimo per vendere la quota di Monte dei Paschi, il che darebbe un po’ di tempo al Tesoro per trovare una soluzione alternativa. Ma lo strappo nella trattativa non poteva non portare che allo scontro politico tra Pd, Lega e altri pezzi della maggioranza.
Durissima la presa di posizione della Lega che muove all’attacco del Pd: “Che soluzione propone l’onorevole Letta, eletto pochi giorni fa proprio a Siena? Mesi, anni, miliardi e posti di lavoro persi per colpa del Pd”. All’attacco anche Italia Viva, che ha chiesto al ministro dell’Economia e delle Finanze o al direttore generale del Tesoro di riferire “prontamente” nelle commissioni Finanze di Camera e Senato in merito alla situazione relativa a Mps e alle sue prospettive future. La richiesta è stata avanzata dai renziani Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso. Per Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa e sottosegretario agli Esteri, “l’alternativa non può essere proseguire come nulla fosse con Mps nazionalizzato, ma una nuova soluzione di mercato”.
Sul punto non poteva intervenire il Segretario del Pd e neo-eletto deputato, Enrico Letta che giudica corretta la decisione resa dal Mef sull’interruzione della trattativa bollando Unicredit: “Pensava di partecipare a una svendita”, per poi guardare al futuro dell’Istituto di credito: “Credo che ci siano le possibilità di farlo. Da adesso in poi sono sicuro che ci saranno più opzioni”. Chi invece ha una posizione diversa è il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che legge il futuro, almeno lui, positivamente per MPS: “Il Monte dei Paschi di Siena ce la può fare, senza dover essere incorporato in altra banca”. Da registrare, infine la posizione del M5S con il deputato Zanichelli: ““Da mesi come MoVimento 5 Stelle palesavamo scetticismo sulle richieste avanzate da Unicredit e bene ha fatto il ministero del Tesoro a mettere in discussione l’accordo per la fusione di Mps. A questo punto serve maggiore tempo per trovare una soluzione. Per questo c’è da auspicarsi che il ministro Franco chieda una proroga all’Unione Europea e convochi non una sola, ma le maggiori banche italiane per individuare una via che preservi il marchio e il futuro dei lavoratori. Una soluzione che non abbia Unicredit come primo partner perché gli imbarazzi sarebbero inevitabili. Un imbarazzo internazionale che l’Italia non può permettersi”.
“La prima soluzione da percorrere – specifica il deputato – è cercare di conservare la possibilità che Mps rimanga pubblica e venga risanata come banca commerciale controllata dallo Stato. Ma finché la deadline per vendere resterà il 31 dicembre e Unicredit il solo compratore diventerà difficile trovare un accordo soddisfacente”.
“Non è da escludere nemmeno l’idea di un pool delle maggiori banche italiane come acquirenti di Mps o parte di essa cosicché il Governo possa negoziare con diversi attori messi in concorrenza tra loro per ottenere le condizioni più vantaggiose per tutelare i soldi dei contribuenti, tutelare il marchio della banca più antica del mondo e tutelare il ruolo di banca commerciale e dei suoi lavoratori”, conclude Zanichelli.

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