Primo piano

UNRWA: tagli ai fondi, una scelta difficile ma necessaria

 

di Gianluca Maddaloni

 

Oggi la situazione a Gaza è gravemente peggiorata. La popolazione civile è letteralmente allo stremo. Manca tutto: acqua, cibo, non esistono più case dove rifugiarsi, i servizi igienici non esistono più per non parlare della situazione sanitaria. Bene ha fatto il governo italiano a prendere iniziative umanitarie come lo stazionamento di una nostra nave ospedale nelle acque di fronte a Gaza. Recentemente abbiamo aperto un ponte aereo per portare nelle nostre strutture ospedaliere bambini palestinesi gravemente feriti che altrimenti sarebbero destinati ad atroci sofferenze. Il governo italiano ha sospeso finanziamenti all’Unrwa, dopo l’atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Paesi Alleati hanno recentemente preso la stessa decisione. Siamo impegnati nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele”. Lo annuncia il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X. L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente) è stata fondata 75 anni fa per fornire assistenza temporanea ai palestinesi fuggiti o espulsi dalle loro case durante la guerra arabo-israeliana del 1948, e oggi fornisce principalmente servizi e finanziamenti sicurezza. Israele accusa da lungo tempo l’agenzia di trascinare il problema dei rifugiati palestinesi anziché risolverlo, estendendo lo status di rifugiato a milioni di discendenti di palestinesi che hanno lasciato le loro case nel 1948 invece di limitare il fenomeno solo ai rifugiati originari, come di regola per i rifugiati in tutto il mondo. Non solo, Israele e altre organizzazioni umanitarie sostengono che il materiale scolastico dell’Unrwa glorifichi il terrorismo e l’odio contro gli ebrei. L’Unrwa ha un budget annuale di oltre 1 miliardo di dollari ed è finanziata quasi interamente da contributi volontari degli stati membri delle Nazioni Unite, con gli Stati Uniti e l’Unione Europea che forniscono la maggior parte delle sovvenzioni. Israele farà in modo che l’Unrwa non sia parte del dopoguerra a Gaza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, aggiungendo che “lavorerà” per ottenere il sostegno bipartisan negli Usa, nell’Ue e in altre nazioni a livello globale a favore di questa politica volta a fermare le attività controproducenti dell’agenzia a Gaza. Già nel 2018, gli Stati Uniti decisero di interrompere il loro finanziamento all’Unrwa, affermando che l’agenzia aveva bisogno di riforme. Questo ha causato ulteriori difficoltà finanziarie. Nel 2020 un rapporto dell’ONU, ha rilevato casi di malagestione e condotta poco trasparente all’interno dell’Unrwa, sollevando preoccupazioni sulla sua efficacia e rettitudine. In conclusione, i tagli ai fondi sono un segnale forte dall’Occidente che non tollera più la mancanza di trasparenza e l’inefficacia. Bisogna creare un nuovo sistema di assistenza ai rifugiati palestinesi che sia più trasparente, efficiente e sostenibile. Solo così potremo finalmente dare loro un futuro migliore.  La posta in gioco è alta, dobbiamo fare la scelta giusta.

aggiornamento crisi mediorientale ore 10.24

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