Esteri

Amnesty International prende posizione su Assange: “No all’estradizione”

Alla vigilia dell’udienza contro la decisione di un tribunale del Regno Unito di non estradare Julian Assange negli Usa, la segretaria generale di Amnesty International Agnès Callamard ha chiesto alle autorità statunitensi di annullare le accuse nei confronti dell’imputato e alle autorità britanniche di non estradarlo e scarcerarlo immediatamente.
Callamard ha reiterato queste richieste dopo che un’indagine di Yahoo News ha rivelato che i servizi statunitensi avevano valutato di rapire o uccidere Assange mentre si trovava all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador di Londra. Queste rivelazioni indeboliscono ancora di più le già inaffidabili assicurazioni diplomatiche fornite dagli Usa che, se estradato, Assange non sarebbe posto in condizioni equivalenti a maltrattamento. “Le assicurazioni che il governo Usa non porrebbe Assange in una prigione di massima sicurezza né lo sottoporrebbe alle Misure amministrative speciali, sono state contraddette dall’ammissione, sempre da parte degli Usa, che queste garanzie potrebbero venir meno. Il fatto che la Cia abbia preso in considerazione di rapire o uccidere Assange solleva ancora maggiori dubbi sulla credibilità delle promesse statunitensi e mette ulteriormente in evidenza le motivazioni politiche che si celano dietro questa vicenda”, ha dichiarato Callamard. “A quasi 20 anni di distanza, nessuna delle persone sospettate di crimini di guerra commessi dagli Usa nelle guerre dell’Afghanistan e dell’Iraq è stata incriminata né tantomeno condannata, mentre colui che ha rivelato tali crimini rischia di trascorrere il resto della sua vita in carcere”, ha aggiunto Callamard.

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