Esteri

Oleodotto bloccato, gli Usa pagano il riscatto (5 mln di dollari) agli hacker russi e il carburante torna nei condotti

“Il carburante comincia a fluire, Colonial Pipeline dovrebbe raggiungere la piena operatività mentre sto parlando, la disponibilità di benzina dovrebbe essere normale entro il weekend o la prossima settimana”: lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca del cyber attacco all’oleodotto più grande degli Usa. Il presidente ha anche invitato gli automobilisti a non avere panico. La società che opera la Colonial Pipeline, il più grande oleodotto Usa, ha pagato un riscatto di quasi 5 milioni di dollari agli hacker di origine russa autori del cyber attacco che ha costretto la compagnia a chiudere l’infrastruttura. Lo riporta la Bloomberg sul suo sito. Una notizia in contrasto con quelle dei giorni scorsi secondo cui la società non aveva alcuna intenzione di pagare per ripristinare l’operatività della pipeline, che collega il Golgo del Messico col porto di New York. La compagnia, sempre secondo l’agenzia Bloomberg, ha pagato il riscatto in criptovaluta (quindi non rintracciabile) nelle ore successive all’attacco, una circostanza che evidenza l’immensa pressione subita dall’operatore per garantire il flusso di carburante per le auto e gli aerei lungo la East coast, la più popolata. Una volta ricevuto il denaro, gli hacker hanno fornito alla società gli strumenti informatici per ripristinare il network dei suoi computer. Ma gli strumenti erano così lenti che Colonial Pipeline ha continuato ad usare i suoi backup per ripristinare il sistema. L’oleodotto ha ripreso le sue operazioni dopo quattro giorni di blocco e un aumento del costo della benzina (per la prima volta in sei anni e mezzo oltre i 3 dollari al gallone negli Usa) per la penuria di carburante, con la prospettiva di tornare non prima di alcuni giorni alla normalità nelle operazioni di fornitura del carburante. Nei giorni di chiusura dellla pipeline, si sono create code alle stazioni di servizio e difficoltà di rifornimento in vari Stati del sud, tra cui Virginia, Georgia, North Carolina e Florida, tanto che i primi tre hanno dichiarato lo stato di emergenza.

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