L’ondata di freddo che sta colpendo la Cina in questi giorni sta mostra quanto le misure Zero Covid abbiano limitato le forniture di gas naturale. Sui social media cinesi, molti n condannano i governi locali che hanno speso miliardi di yuan per l’attuazione della politica anti virus anziché preoccuparsi dello stoccaggio di gas naturale, ampiamente utilizzato in tutta la Cina per riscaldare case e aziende. Tuttavia la Cina ha importato la maggiore quantità di gnl alla Russia (+42,3% lo scorso anno) a costi anche convenienti, ma le normative cinesi limitano rigorosamente il prezzo di vendita finale per le famiglie.
Di conseguenza i venditori hanno maggiore interesse a vendere a utenti industriali e commerciali che non alle famiglie. Pechino osserva con attenzione le mosse dei funzionari locali, che saranno ritenuti responsabili dell’approvvigionamento del gas per le famiglie.
Ma (per ora) il governo centrale non fornirà alcun pacchetto economico per sostenere le province e si limiterà a costruire ulteriori siti di stoccaggio di gas naturale con l’obiettivo di scongiurare la terza crisi energetica degli ultimi cinque anni.
A proposito di covid dopo oltre un mese dalla revoca della politica Zero Covid, Pechino ha rivisto al ribasso il numero dei decessi, dopo il picco raggiunto il 4 gennaio scorso quando si sono contati 4.300 morti al giorno. Nella giornata di ieri, il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) ha comunicato di aver registrato 896 morti in ospedale il 23 gennaio, il secondo giorno del capodanno lunare. Anche il numero dei casi di Covid sembra essere in calo. Jiao Yahui, direttore del dipartimento per gli affari medici della National Health Commission, lo scorso 14 gennaio ha dichiarato che l’attuale ondata di casi ha raggiunto il picco, Ma per l’università di Hong Kong, oltre il 90% dei 22 milioni di abitanti di Pechino potrebbe risultare positivi al coronavirus entro la fine di questo mese.
Giulo
