Economia e Lavoro

Pensioni, arriva una misura ponte. Ecco quota 103, via dal lavoro a 62 anni ai nati nel 1961 ma che hanno iniziato a lavorare nel 1982

 

Come avevamo già anticipato, il Governo si prepara ad un ritocco sulle pensioni e chiederà alle Camere di varare una misura ponte – Quota 103 – e rinviare la riforma al prossimo anno. In attesa della riforma strutturale delle pensioni che è stata rimandata al 2023, il Governo Meloni si prepara a inserire una misura ponte nella manovra di bilancio che verrà varata nella giornata di lunedì 21 novembre. La misura ponte è stata battezzata Quota 103 e consentirà ai nati nel 1961 che hanno iniziato a lavorare entro il 1982 di superare il tetto dei 67 anni di età previsto dalla legge Fornero. Per la Lega, Quota 103 rappresenta una sorta di Quota 41 depotenziata anche se la differenza tra le due iniziative è evidente. Nella manovra di bilancio, si prevede di stanziare circa un miliardo di euro per le pensioni. I fondi verranno usati per finanziare Quota 41 per il 2023 e prorogare per un anno l’Ape sociale e Opzione Donna. Rispetto a Quota 41, nelle intenzioni del Carroccio, la misura avrebbe consentito a tutti i lavoratori che raggiungevano i 41 anni di contributi di andare in pensione a prescindere dall’età. Con Quota 103, invece, continua a essere previsto il requisito anagrafico di 62 anni: una simile condizione limita in modo sensibile la platea alla quale si rivolge la misura. Sulla manovra di bilancio e sulla misura ponte legata alle pensioni, si è espresso il sottosegretario Claudio Durigon che ha rilasciato un’intervista a SkyTg24 nella giornata di domenica 20 novembre. Noi proporremo una quota ponte che è quota 41 che inizia con un paletto degli anni. Questo credo che sia necessario perché una riforma pensionistica strutturale così complessa con tanti sistemi di fuoriuscita credo vada messa a regime con un confronto”, ha detto Durigon. “Per ora abbiamo creato questa formula di 41 e 62. Fare le cose di fretta avrebbe portato degli errori ma serve una riforma pensionistica complessiva che lanci definitivamente quota 41 e ci prendiamo l’anno successivo per pensare questa norma insieme alle parti sociali”, ha aggiunto. Il sottosegretario leghista, inoltre, ha dichiarato: “Sento tanto parlare di quota 103, invece è una quota 41 perché se pensate che la quota 102 del governo Draghi dava ristoro a 16mila persone, qui parliamo di una quota 41 che già dà ristoro quest’anno a 48mila persone, quindi ha già un bell’impatto. Abbiamo fatto un ragionamento molto basilare, ci siamo concentrati su alcune cose che si possono fare e far capire che la nostra direzione è quella”.

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