Politica

Stato d’emergenza, la maggioranza decide per la proroga

 Stato di emergenza ancora per tre mesi, per superare l’inverno e mantenere pienamente operativa la macchina per il contrasto del Covid: Mario Draghi decide di accelerare e, con due settimane di anticipo sulla scadenza del 31 dicembre, è pronto a dar vita alla proposta di una proroga fino al 31 di marzo. Una scelta maturata guardando i dati, ma anche registrando le posizioni di partiti come Pd e M5s, che si sono schierati da subito per il proseguimento delle misure straordinarie, ma anche il sostanziale via libera della Lega attraverso le parole concilianti di Matteo Salvini.   “Credo sia maturo il tempo” per annunciare la proroga, pronostica Enrico Letta, confermando la posizione del Pd che per primo, già alla fine della scorsa settimana, si era detto pronto a sostenerla. Proprio grazie alle misure adottate in questi mesi, sottolinea il leader dem, “evitiamo di trovarci oggi come l’Olanda”. La novità è nell’apertura di Salvini: “Non do giudizi a priori, aspettiamo i dati” dice il leader leghista fino a pochi giorni fa nettamente contrario a una nuova proroga dello stato di emergenza. Ma i dati, sottolinea anche Giuseppe Contedopo essere uscito da un’ora e mezza di colloquio con Draghi, dicono già che “una proroga sarà necessaria”, non solo guardando l’andamento della “curva epidemiologica” ma anche l’impatto della variante Omicron “molto contagiosa”. Sulla stessa lunghezza d’onda Forza Italia e Italia viva. “È chiaro – l’opinione del presidente M5s, Giuseppe Conte – che rispetto alla curva epidemiologica e una variante che appare molto contagiosa, ci sembra necessario pervenire alla proroga dello stato di emergenza”. Non chiude la Lega. “Aspettiamo di confrontarci con sindaci e governatori prima della scadenza che è fra tre settimane per capirne necessità o meno. Non dò giudizi ideologici e apriori”, afferma Salvini. Divisi i presidenti di Regione ,ma prima della decisione dell’esecutivo non si esclude un incontro tra i governatori e il governo.  Lo stato di emergenza viene deliberato dal consiglio dei ministri su proposta del premier d’intesa con i governatori e i presidenti delle Province autonome interessate. Viene disposto al verificarsi di eventi eccezionali, come terremoti alluvioni o come avvenuto per il Covid-19. Tra le prime deliberazioni del cdm c’è quella di individuare le risorse finanziarie per l’avvio degli interventi più urgenti. Con lo stato di emergenza vengono autorizzate anche le ordinanze di protezione civile in modo da poter agire con urgenza e con poteri straordinari per tutelare i cittadini. Si possono inoltre attuare interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, rispettando i principi generali dell’ordinamento giuridico.   Con la dichiarazione dello stato di emergenza vengono snellite le procedure di approvazione di leggi e decreti. Vengono anche disposte le misure sanitarie, come l’obbligo delle mascherine all’aperto o il distanziamento sociale, e incentivato il ricorso allo smart working per le aziende. Il governo, inoltre, può ricorrere agli ormai celebri Dpcm, decreti che non passano attraverso l’approvazione parlamentare. La proroga dello stato di emergenza tiene in vita gli organismi creati per far fronte alla pandemia, ossia il commissario straordinario e il Comitato Tecnico Scientifico. Quest’ultimo è stato istituito il 5 febbraio 2020 con ordinanza del ministero della Salute e poi modificato, nella sua composizione, il 17 marzo 2021. Attualmente è composto da 11 membri, con il ruolo di coordinatore affidato al presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, e quello di portavoce a Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.

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