di Giuliano Longo
Era inevitabile che questa guerra ormai di dimensioni internazionali, sfociasse in qualche catastrofe, questa volta non nucleare ma ambientale con un bomba atomica d’acqua che sta esondando dal grande fiume Dnepr , in partel inea del fronte nel conflitto in corso fra Russia e Ucraina.
Ma veniamo ai fatti. La grande diga di Kakhova sul Dniepr minaccia di ora in ora le aree abitate a valle lungo le due sponde del fiume a destra e sinistra.
Alta 30 metri e larga qualche chilometro fu costruita dall’Unione Sovietica nel 1956 come parte della centrale idroelettrica di Kakhovka. La diga sorge sul fiume Dnipro e rifornisce d’acqua anche la penisola di Crimea e la centrale nucleare di Zaporizhzhia, raccogliendo un volume d’acqua tale da poter inondare numerosi centri abitati tra cui Kherson, che le forze ucraine hanno riconquistato alla fine dello scorso anno.
Alle 7:30 ora di Mosca di oggi 6 giugno , l’acqua a valle aumentava di oltre 2,5 metri, ma nelle ore successive le autorità russe che dalla riva sinistra controllano l’oblast di Kherson, stanno preparando l’’evacuazione dei residenti dei distretti di Novokahovsky, Golopristansky e Aleshkinsky in zona russa, mentre già il centro di Kherson, riconquistata in autunno dagli ucraini, si va allagando.
Lo stato di emergenza alla centrale idroelettrica è un deliberato sabotaggio da parte ucraina, ha annunciato oggi il 6 giugno il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Sicuramente, stiamo parlando di un sabotaggio deliberato da parte ucraina”ha affermato durante un briefing respingendo fermamente le accuse di responsabiià di Mosca .Secondo l’addetto stampa del presidente, l’emergenza alla centrale idroelettrica può portare a gravi conseguenze per gli abitanti della regione e per l’ambiente.
“Questo sabotaggio potrebbe potenzialmente portare a conseguenze molto gravi per diverse decine di migliaia di residenti nella regione, conseguenze ambientali e conseguenze di diversa natura che devono ancora essere stabilite”, ha detto Peskov.
I giornalisti hanno chiesto a Peskov se esistono già soluzioni ai problemi di approvvigionamento idrico in Crimea. “Sono stati compiuti passi vigorosi nell’approvvigionamento idrico della Crimea anche prima che il Canale della Crimea settentrionale fosse riportato in vita, quindi ci sono alcuni sviluppi positivi”,ha risposto.
Inoltre ha osservato che il Cremlino non sa ancora se l’evacuazione della popolazione possa essere richiesta in relazione allo stato di emergenza, ma si è rifiutato di commentare come il sabotaggio alla centrale idroelettrica possa influenzare il corso dell’operazione speciale.
Nel frattempo il Consiglio di sicurezza nazionale ucraino ha fatto sapere che Zelenskiy ha convocato una riunione di emergenza, mentre intervenendo sull’accaduto, il presidente ucraino ha bollato l’attacco alla diga come un “ecocidio”.
Sotto il profilo militare il coinvolgimento di Kiev nella distruzione della diga era previsto dal comando russo, tanto che le su truppe sulla riva sinistra non sono dispiegate in aree allagate. Quindi secondo Mosca, la distruzione della centrale non ha creato vantaggi particolari agli ucraini. Anzi le truppe di Kiev devono evacuare i residenti da Kherson e da altri insediamenti. Non solo, ma le isole nella parte inferiore del Dnepr sulle quali gli ucraini si erano trincerati, sono state sommerse dall’acqua. .
Lunga 3,2 chilometri, la diga ha un bacino idrico di 18 milioni di metri cubi da cui viene rifornita r la centrale nucleare di Zaporizhzhia e soprattutto la penisola di Crimea che è stata conquistata dall’Armata mentre i russi hanno fatto saltare la diga che fermava il canale di Crimea ristabilendo l’approvvigionamento idrico.
La controffensiva di Kiev ha messo però in dubbio il controllo russo sull’area dalla quale sono stati evacuati già 60 mila civili dopo la ri-conquista ucraina di Kherson. Gli stessi ucraini, nelle prime fasi dell’invasione, avevano aperto intenzionalmente la diga nei pressi di Demydiv, inondando la cittadina a nord di Kiev e i campi circostanti per rallentare l’avanzata russa e salvare la capitale.
In quel caso, l’allagamento dell’area aveva permesso agli ucraini di ottenere una vittoria tattica e di guadagnare tempo per preparare le difese danneggiandole proprie infrastrutture per fermare l’esercito russo.
Ora il rischio è che le aree circostanti vengano travolte da onde alte anche 5 metri inondando la regione meridionale dell’Ucraina di cui il Cremlino ha appena proclamato l’annessione, rendendo ancora più drammatica la situazione energetica nel Paese e lasciando la centrale di Zaporizhzhia senza acqua di raffreddamento.
Ad una valutazione obiettiva resta il fatto che in ogni caso l’evento catastrofico rende più difficile la controffensiva ucraina in quella vasta area (che comunque non è la sola del contrattacco in atto) , ma nello stesso tempo mette a rischio il rifornimento idrico della penisola Crimea che è negli obiettivi di riconquista di Zelensky con qualche dubbio di Washington.
aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.35