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Vaticano, Papa Benedetto XVI compie oggi 94 anni, una vita che ha attraversato la Storia della Chiesa

Il Papa emerito, Benedetto XVI compie 94 anni, primo compleanno senza il fratello Georg, scomparso il primo luglio 2020 all’età di 97 anni, compleanno festeggiato come negli ultimi anni nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dove il Papa emerito vive dal maggio 2013, assistito da alcune Memores Domini, consacrate del movimento di Comunione e Liberazione, e dal segretario particolare, l’arcivescovo Georg Gänswein. “Lo scorso anno, a causa della pandemia e quindi nel rispetto delle norme anti contagio, non aveva ricevuto visite, raccontava a Vatican News monsignor Gänswein, ma molte telefonate di auguri o messaggi via posta o e-mail. Inoltre, costantemente informato dell’evolversi della pandemia, partecipava al dolore pregando per i malati di coronavirus, particolarmente colpito da quanti erano morti nello svolgimento del proprio servizio. Nel 2019, all’inizio della Settimana Santa, Papa Francesco si era recato al Monastero per rivolgergli gli auguri di Pasqua porgendogli anche, con particolare affetto, gli auguri di compleanno”. Joseph Ratzinger, Cardinale dal 1977, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1981, Decano del Collegio Cardinalizio dal 2002 – è nato in Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile dell’anno 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi. Egli ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria, a circa trenta chilometri da Salisburgo. Ha ricevuto in questo contesto, che egli stesso ha definito “mozartiano”, la sua formazione cristiana, umana e culturale. Dal 1946 al 1951 ha studiato filosofia e teologia presso la Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e presso l’Università di Monaco. Il 29 giugno dell’anno 1951 è stato ordinato sacerdote. Appena un anno dopo, don Joseph ha iniziato la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga dove era stato studente.Nel 1953 si è laureato in teologia con una dissertazione sul tema: “Popolo e Casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di sant’Agostino”.Nel 1957 ha fatto la libera docenza col noto professore di teologia fondamentale di Monaco, Gottlieb Söhngen, con un lavoro su: “La teologia della storia di san Bonaventura”. Dopo un incarico di dogmatica e di teologia fondamentale presso la Scuola superiore di Frisinga, egli ha continuato la sua attività di insegnamento a Bonn (1959-1969), a Münster (1963-1966) e a Tubinga (1966-1969). Dal 1969 è professore di dogmatica e di storia dei dogmi presso l’Università di Ratisbona dove ha ricoperto anche l’incarico di Vice Preside dell’Università. Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo ha nominato Arcivescovo di München und Freising.Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 28 maggio dello stesso anno: primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo ottant’anni, il governo pastorale della grande Diocesi bavarese. Egli ha scelto come motto episcopale: “Collaboratori della Verità”. Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. È divenuto anche Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale. Il 15 febbraio 1982 ha quindi rinunciato al governo pastorale dell’Arcidiocesi di München und Freising. Il suo servizio come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede è stato instancabile ed è impresa impossibile elencare questo lavoro nello spazio di una biografia. La sua opera, come Collaboratore di Giovanni Paolo II, è stata continua e preziosa. Al Cardinale Ratzinger sono state affidate le meditazioni della Via Crucis 2005 celebrata al Colosseo. In quell’indimenticabile Venerdì Santo, Giovanni Paolo II, stretto, quasi aggrappato al Crocifisso, in una struggente “icona” di sofferenza, ha ascoltato in silenzioso raccoglimento le parole di colui che sarebbe divenuto il suo Successore sulla Cattedra di Pietro. Venerdì 8 aprile egli – come Decano del Collegio Cardinalizio – ha presieduto la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. La sua omelia, si può dire, ha espresso la grande fedeltà al Papa e la sua stessa missione. “”Seguimi” dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. “Seguimi” – questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine”. “Seguimi!” è stata la parola-chiave, il filo-conduttore dell’omelia che il Cardinale Ratzinger ha rivolto al mondo intero durante le esequie del Santo Padre. Una parola che racconta la missione di Giovanni Paolo II ed è allo stesso tempo una esortazione che raggiunge ogni persona. Nel 2018, aveva festeggiato il compleanno assieme al fratello Georg in un clima tranquillo e familiare e in serata, in suo onore, la banda musicale della Guardia Svizzera Pontificia aveva eseguito alcuni brani. L’anno precedente, il giorno successivo al compleanno, davanti alla sua residenza, si era tenuta una festa bavarese all’insegna dei tipici bretzel e della musica eseguita da una compagnia di Schützen con il loro folkloristico costume. A conclusione dell’incontro, prima di impartire la benedizione a tutti i presenti, il Papa emerito aveva ringraziato per averlo fatto tornare alla sua “bellissima terra”.(b.n.) 

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