Politica

  A Palazzo Braschi Giacomo Matteotti, vita e morte di un padre della democrazia

In occasione del centenario della morte, il percorso umano e politico di Giacomo Matteotti viene celebrato da una grande mostra, ospitata dal 1° marzo al 16 giugno al Museo di Roma a Palazzo Braschi.

 

 “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia” ripercorre la vita del leader socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (Psu). Dalle  battaglie per la democrazia all’opposizione al fascismo, del quale,  fra i primi, aveva compreso  la natura totalitaria Sino all’epilogo con il  brutale omicidio perpetrato dal regime mussoliniano.

 

Matteotti è diventato l’archetipo dell’avversario tenace e incorruttibile del fascismo. Un esempio il suo, animato da un solido imperativo morale e da un forte slancio civile, che ancora interroga la vita politica e culturale del nostro Paese.

 

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Mauro Canali con la direzione e il coordinamento generale di Alessandro Nicosia, è organizzata e realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con l’Associazione culturale Costruire Cultura.

 

Con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, sotto il patrocinio del Ministero della Cultura, main partner cBanca Ifis, con il contributo di Camera di Commercio di Roma e la partecipazione di Archivio Storico Luce, Rai Teche, Fondazione Pietro Nenni e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

 

La mostra presenta importanti prestiti di Fondazione Pietro Nenni, Archivio di Stato di Roma, Archivio Centrale dello Stato, Archivio Storico della Camera dei Deputati, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Accademia dei Concordi, Archivio Marco Steiner.

 

Ricca di materiali inediti, la rassegna presenta documenti originali: atti istruttori e giudiziari, mai mostrati in precedenza; fotografie, manoscritti, oggetti, libri d’epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d’arte, sculture, ceramiche, quadri e brani musicali dedicati al leader politico.

 

L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni che ripercorrono la vita di Matteotti e il drammatico passaggio dallo Stato liberale alla dittatura fascista. La prima con il giovane Matteotti registra l’impegno in Polesine a favore di braccianti e mezzadri; la carriera accademica; l’attività pubblicistica per “La Lotta”; l’adesione al Partito Socialista.

 

La secondasezione è dedicata al suo impegno politico nazionale 1919-1924, l’attività parlamentare, l’azione politica contro il fascismo, additato come pericolo mortale per le istituzioni democratiche, e gli squadristi, intesi quale“guardia bianca”degli interessi agrari e i“collaborazionisti”del Psu di cui è segretario.

 

La terzariguarda il sequestro e la morte 1924-1926, partendo dall’affermazione alle elezioni del 1924 del Psu include il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento contro i brogli e le violenze dei fascisti, fino al sequestro del il 10 giugno 1924 a Roma, l’assassinio, il ritrovamento del cadavere il successivo 16 agosto, il  al processo-farsa di Chieti.

 

L’ultima  sezionepresenta il suo lascito ideale del politico alle Brigate Matteotti nella Resistenza partigiana  fino alla perdurante presenza  delle sue parole: “Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore”.

 

L’intento della mostra è quello di restituire al grande pubblico il valore di uno dei padri della nostra democrazia e di far conoscere alle nuove generazioni un politico e intellettuale di notevole valore.

 

“Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia” è corredata dal catalogo edito da Treccani che, recependo contributi iconografici inediti e preziose testimonianze, contempla origini, attività ed epilogo di un martire dell’antifascismo.

 

GiElle

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