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A Roma prendono il via le grandi mostre fotografiche

di Sara Valerio

Con tre inaugurazioni nel mese di ottobre, ha aperto a Roma la stagione autunnale delle grandi mostre di fotografia. Si tratta delle esposizioni dedicate a Don Mcullin e Boris Mikhailov al Palazzo delle Esposizioni e a Helmut Newton al museo dell’Ara Pacis.

Dal 10 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024 il Palazzo Esposizioni ospita due grandi retrospettive. La prima è, ad oggi, la mostra più ampia mai dedicata al fotografo britannico Don McCullin: esposti i momenti più significativi del suo lavoro e la serie dedicata all’Impero Romano, avviata negli anni Duemila e considerata, dallo stesso autore, un punto di arrivo della sua vita artistica. La seconda è la più importante retrospettiva organizzata in Italia, sull’ucraino Boris Mikhailov (Kharkiv, 1938), uno dei più influenti artisti contemporanei dell’Europa dell’Est, che ha concepito, in oltre cinquant’anni, un corpus di lavori fotografici sperimentali esplorando temi sociali e politici.

DON MCULLIN

Conosciuto a livello mondiale per aver documentato alcuni dei conflitti più tragici e significativi del XX secolo – dalla devastazione del Vietnam alla guerra civile in Libano – le sue immagini sono tra le testimonianze fotografiche più toccanti dell’orrore della guerra. Noto per il suo atteggiamento audace e diretto, mai privo di coinvolgimento emotivo nei confronti dei soggetti ritratti, McCullin ha dato vita ad alcune delle immagini di povertà, carestia e guerra più immediatamente riconoscibili di tutta la storia della fotografia. Il percorso della mostra, composta da oltre 250 scatti, si sviluppa attraverso sei diverse sezioni, una per sala, ciascuna dedicata a uno dei seguenti gruppi di opere: Esordi, Guerra e Conflitti, Immagini documentarie del Regno Unito, Immagini documentarie all’estero, Paesaggi e Nature morte, L’Impero Romano. Una incredibile panoramica, dai primi lavori degli anni Cinquanta alle fotografie di guerra scattate nel mondo, a quelle più recenti, in un racconto per immagini di stupefacente impatto visivo ed emozionale.

BORIS MIKHAILOV

La mostra “Boris Mikhailov: Ukrainian Diary”, concepita in stretta collaborazione con l’artista, riunisce più di 800 immagini provenienti dalle serie storiche più importanti fino ai lavori più recenti. La sua pioneristica ricerca ha compreso negli anni la fotografia documentaria, il lavoro concettuale, la pittura e la performance, sfidando ogni categorizzazione e scardinando i codici visivi dominanti. Ha creato proficue connessioni tra fotografie e testi e tra immagini diverse, componendole spesso in sovrapposizioni e dittici su cui è intervenuto con sfocature, ritagli o colorazioni a mano che ne accentuano il carattere ironico, poetico o nostalgico. Fino a teorizzare il concetto di fotografia “di cattiva qualità”: immagini concepite volutamente a basso contrasto, sfocate, piene di difetti visibili, su carta di scarsa fattura, al fine di sovvertire l’immaginario glorificato del realismo sociale e della fotografia patinata. Attraverso argomenti controversi trattati senza compromessi, Boris Mikhailov dimostra che l’arte possiede un potere sovversivo. Da oltre mezzo secolo, testimonia la presa del sistema sovietico sul suo paese, creando una narrazione fotografica complessa e potente della storia contemporanea dell’Ucraina che, alla luce degli eventi attuali, è ancora più toccante e illuminante.

HELMUT NEWTON

Dal 18 ottobre, infine, il Museo dell’Ara Pacis ospita la mostra “Helmut Newton. Legacy” dedicata a uno dei fotografi più amati di tutti i tempi, a cento anni dalla sua nascita, esponendo oltre 200 scatti di cui 80 esposti per la prima volta. Un viaggio nella sua avventurosa vita del fotografo attraverso foto, riviste e documenti, per raccontare, con un nuovo sguardo, l’unicità e lo stile di un protagonista del Novecento che si descriveva con queste parole: “Il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre, divertire e intrattenere”.

Sei capitoli cronologici raccontano l’evoluzione fotografica di Newton: dagli esordi degli anni Quaranta e Cinquanta in Australia fino agli ultimi anni di produzione, passando per gli anni Sessanta in Francia, gli anni Settanta negli Stati Uniti, gli Ottanta tra Monte Carlo e Los Angeles e i numerosi servizi in giro per il mondo degli anni Novanta. Il visitatore ha la possibilità di entrare nel cuore del processo creativo per scoprire i segreti di immagini divenute parte della nostra memoria visiva e collettiva, come la serie Big Nudes che diventerà il suo libro di maggior successo. Una finestra sulla vita e sul lavoro di un artista audace e estroso che, anche dopo la sua morte, continua ad offrire spunti di riflessione e di ispirazione.

 

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