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Appello Onu per l’aumento urgente degli aiuti a Gaza: “La popolazione traumatizzata ed esausta”

Il vice segretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, Martin Griffiths, lancia un appello per un aumento “urgente” degli aiuti destinati alla popolazione di Gaza a fronte di un nuovo “esodo di massa” verso il valico di Rafah, tra l’Egitto e il sud della Striscia. Gli operatori umanitari dell’Onu stimano in circa 100mila il numero degli sfollati arrivati ​​a Rafah negli ultimi giorni, e temono l’ulteriore peggioramento delle già “terribili condizioni nella zona”. “Una popolazione traumatizzata ed esausta” viene “stipata all’interno di una porzione di terra sempre più piccola”, ha denunciato Griffiths.  “Pensate che portare aiuti a Gaza sia facile? Ricredetevii”, ha scritto venerdì il rappresentante delle Nazioni Unite in un post su X,  in cui ha elencato gli ostacoli che devono affrontare gli operatori umanitari nella Striscia di Gaza. Da registrare anche la presa di posizione dell’Unrwa, l’agenza delle Nazioni Unite che si occupa del soccorso e dell’assistenza ai rifugiati palestinesi. “Negli ultimi giorni diverse dichiarazioni di funzionari israeliani hanno insinuato o ritenuto direttamente l’Unrwa responsabile delle lacune nella consegna degli aiuti nella Striscia di Gaza. Queste affermazioni sono state amplificate dai media israeliani e da altri media mainstream e social, creando un flusso di disinformazione infondata”. Quersta la dichiarazione del capo dell’Agenzia, Philippe Lazzarini. Ieri il portavoce del governo israeliano Eylon Levy ha infatti accusato l’Unrwa di aver coperto il presunto dirottamento degli aiuti a Gaza da parte di Hamas, descrivendo il meccanismo di aiuto delle Nazioni Unite come “tristemente infruttuoso”. In un comunicato pubblicato sul sito web dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Lazzarini afferma da parte sua che “con le severe restrizioni all’accesso umanitario da parte delle autorità israeliane l’operazione umanitaria deve affrontare numerose sfide” e invita i media “a verificare i loro resoconti e a effettuare controlli incrociati tra le informazioni, comprese le dichiarazioni dei funzionari governativi, prima di pubblicare informazioni”.

aggiornamento crisi mediorientale ore 14.47

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