Economia e Lavoro

Arriva la pensione per il Bonus Mamme Domani

 

di Flavia Zandonati

Per quest’anno non è possibile richiedere il premio alla nascita previsto in precedenza; infatti, il bonus mamma domani rientra tra le misure inglobate dall’assegno unico.

L’assegno unico è stato introdotto per riunire gran parte delle agevolazioni a sostegno della genitorialità in un unico strumento, e tra le misure che ha mandato in pensione c’è anche il bonus mamma domani. Pertanto, i genitori possono presentare domanda per beneficiare dell’assegno unico a partire dal settimo mese di gravidanza per un importo base cha va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 175 euro, tenuto conto dell’ISEE familiare, a cui devono aggiungersi le eventuali maggiorazioni.

L’assegno unico è stato introdotto per rendere più facilmente accessibili gli strumenti a sostegno dei genitori, il fine è quello di eliminare le singole forme di aiuto per riunirle in un unico importo mensile.

Nello specifico nell’assegno unico sono stati inglobati i seguenti benefici: Bonus mamma domani, ovvero premio alla nascita o all’adozione; l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori; gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili; il bonus bebè; le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.

Fuori dall’assegno unico, sono rimaste in vigore solo due misure, la maternità comunale che per il 2023 è pari a 383,46 euro mensili, per massimo 5 mensilità, per un totale di 1.917,30 euro e il bonus asilo nido che va richiesto all’Inps fino alla scadenza del 31/12/2023, anche per l’assistenza domiciliare. Tale sussidio viene calcolato in base all’ISEE e permette di ottenere fino a 3.000 euro di rimborso spese.

Appare chiaro, dunque, che non è più possibile presentare domanda di accesso al bonus mamma domani per il 2023, pertanto con l’introduzione dell’assegno unico, non si ha più diritto al premio di 800 euro che poteva essere chiesto all’Inps al compimento del settimo mese di gravidanza, alla nascita, ma anche al momento dell’adozione o dell’affidamento preadottivo.

Vediamo nel dettaglio come richiedere l’assegno unico, che prevede l’erogazione delle somme a cui si ha diritto dal settimo mese di gravidanza.

Il sostegno è rivolto a tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, lavoratrici e lavoratori autonomi, disoccupati, inoccupati purché possiedano i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno.

La domanda per ottenere l’assegno unico deve essere presentata sempre dopo la nascita, ovvero dopo che al nascituro è stato attribuito il proprio codice fiscale, con l’erogazione della prima mensilità vengono pagati anche gli arretrati a partire appunto dal settimo mese di gravidanza.

La richiesta deve essere presentata dai neogenitori entro 120 giorni dall’evento, per i nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza il beneficio viene erogato dall’Inps in via automatica, senza necessità, dunque, di presentare apposita domanda.

All’importo base si aggiungono eventuali maggiorazioni legate a diversi fattori, come ad esempio il numero dei figli.

In ogni caso le cifre riconosciute si dimezzano al compimento dei 18 anni di età, si conservano fino a 21 nel caso in cui sono presenti specifici requisiti che riguardano la condizione lavorativa, di studio e reddituale.

Si vuole, oltretutto, specificare che non c’è conflitto tra assegno unico e assegno di maternità dei comuni, in questo caso la domanda, però, deve essere presentata al comune di residenza e si hanno a disposizione sei mesi di tempo dall’evento nascita o dall’effettivo ingresso in famiglia del bambino.

Related posts

Stellantis, Tavares: “Gli Elkann danno stabilità all’azienda, la governance è valida”

Redazione Ore 12

Cia e il caro energia: “Agricoltura in ginocchio. Serve Europa coesa sul blocco del prezzo”

Redazione Ore 12

  Rapporto Inps: “L’aspettativa di vita di un operaio e 5 anni in meno di quella di un manager”

Redazione Ore 12