Economia e Lavoro

Assofermet e la crisi del Mar Rosso: “Non ha fatto crescere la domanda di acciaio”

 

La crisi del canale di Suez ha aumentato il costo dei noli, anche se l’acciaio extra Ue continua a essere più competitivo rispetto a quello offerto dalle acciaierie comunitarie. È la sintesi dell’analisi mensile condotta da Assofermet sul mercato dell’acciaio. Negli ultimi trenta giorni, i produttori di acciaio hanno continuato a mantenere alti i prezzi, anche grazie ai vari limiti all’importazione che contribuiscono ad abbassare la disponibilità di acciaio. Se questa tendenza continua, si potrebbe assistere nel breve/medio termine ad un incremento dei costi anche per gli utilizzatori finali di acciaio – mercato degli elettrodomestici, automotive e molti altri settori. ”Gli acquirenti si trovano disorientati nel rilevare una situazione di prezzi ancora in ascesa e, dall’altra parte, una diminuzione della domanda: due fenomeni in contraddizione fra loro”, ha dichiarato Paolo Sangoi, presidente di Assofermet Acciai. Dal punto di vista degli utilizzatori finali, infatti, la domanda di acciaio si mantiene bassa. La crisi dell’impianto di Taranto ex Ilva non migliora la situazione: avere inattivi tre altoforni su quattro contribuisce a rendere bassa la disponibilità di acciaio Ue. In questo contesto, comunque, non si registrano al momento gravi conseguenze per via della crisi di Suez.

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