di Giuliano Longo
L’attacco nella regione di Belgorod, come riportano alcuni media russi, ha rivelato una serie di problemi spiacevoli per le agenzie di sicurezza militaree statale perché non hanno visto il movimento dei veicoli corazzati ucraini sulle linee vicine, non hanno eretto le barriere necessarie per impedire l’infiltrazione nel territorio della Federazione. Mentre esponenti ucraini hanno dichiarato che la “controffensiva” potrebbe consistere “nella cattura di insediamenti sul territorio della Russia”.
Il Cremlino ha commentato la situazione nelle zone di confine della regione tramite l’addetto stampa del presidente Dmitry Peskov secondo il quale la provocazione ucraina mira a deviare le truppe russe dalla direzione di Bakhmut e “a ridurre l’effetto politico della perdita di Artemovsk (Bakhmut in ucraino)”.
Al momento i gruppi di sabotaggio che si sono fatti strada nel territorio della regione sono bloccati a Kozinka, Glotovo e nell’insediamento di Gora-Podol. Data la precedente esperienza, quando i sabotatori riuscirono a fuggire dal territorio della regione di Bryansk dopo l’attacco, ora sono state prese misure per tagliare loro le vie di fuga.
Indubbiamente questa volta, i preparativi per l’operazione sono stati pianificati molto meglio da Kiev e gli obiettivi sono stati fissati non solo sotto forma di una “passeggiata” lungo il confine, ma nel sondaggio sulle capacità della Russia di proteggere le sue regioni .
Riportiamo la ricostruzione attendibile di parte di parte russa su quanto accaduto.
Prima gli ucraini hanno lanciato un’incursione di droni, poi il lunedì mattina del 22 maggio, c’è stato un massiccio bombardamento non solo nella regione di Belgorod, ma anche nella regione di Bryansk. Pertanto, è possibile che siano state indicate due direzioni di attacco, una delle quali falsa, per distogliere l’attenzione.
Quindi diversi carri armati sono entrati nell’avamposto di confine, hanno sparato ritirandosi quindi a mezzogiorno un nuovo bombardamento sui villaggi più vicini al confine.
Solo dopo mezz’ora, la fanteria e i veicoli corazzati leggeri e medi si ucraini si sono mossi trattenuti dalle guardie di frontiera russe cui si sono unite, un’ora e mezza dopo, unità del Ministero della Difesa, della Guardia Russa e di altre forze dell’ordine.
Nel frattempo gli incursori si sono divisi in gruppi più piccoli, mentre proseguivano i bombardamenti da oltreconfine che hanno colpito, in particolare, gli edifici amministrativi.
Solo di sera le forze speciali della Guardia russa e dell’FSB hanno respinto i militanti ucraini da diversi villaggi, ma martedì nottedroni ucraini ucraini hanno colpito gli edifici del Ministero degli affari interni nel distretto di Borisovsky e dell’FSB a Belgorod, nonché la dogana di Grayvoron.
A metà giornata del 23 maggio, il Ministero della Difesa ha annunciato che l’attacco era stato completamente sconfitto con l’eliminazione di 70 militantianche se quasi immediatamente ci sono state voci sull’apparizione di un altro gruppo di incuriosi nel distretto di Borisov nella regione di Belgorod, vicino a Bogun-Gorodok, inoltre il capo della regione di Belgorod, Gladkov, ha annunciato che questa mattina l’Ucraina continua gli attacchi alla regione con l’aiuto dei droni
Nella sostanza si è utilizzata la stessa tattica in precedenza usata nella regione di Bryansk dal cosiddetto Corpo dei volontari russi (RDK) alla quale, nel caso di Belgorod, si è unita “Legione” Libertà della Russia “, che secondo Mosca sono unità regolari delle Forze Armate dell’Ucraina.
La RDK , guidata Denis Nikitin al comando anche del raid nella regione di Bryansk, fa parte della Legione Straniera dell’Ucraina, mentre la “legione” è un clone di questa formazione, sostenuta dall’ex deputato della Duma di Stato Ilya Ponomarev, fuggito dalla Russia.
L’equipaggiamento (carri armati, veicoli da combattimento di fanteria, droni) è stato fornito dalla formazione separata di ricognizione e sabotaggio “Kraken” , subordinata alla Direzione principale dell’intelligence dell’Ucraina, il cui il capo Kirill Budanov ha recentemente ammesso di aver organizzato attacchi terroristici e sabotaggi in Russia.
Quasi tutti i membri di queste unità provengono da “Azov” o da “Settore Destro”, come noto formazioni neonaziste o di estrema destra, e alcuni sono riusciti a prestare servizio sia nell’una che nell’altra formazione.
Finora il servizio di sicurezza della Federazione (FSB) ha identificato diversi militanti grazie ai video trionfali postati dagli stessi, ma disposizione anche dell’elenco dei Russi che militano in queste formazioni sin dai tempi della rivolta di piazza Maidan, e hanno anche combattuto nel Donbas prima dell’invasione.
Inoltre i media riportano che alcuni membri di Azov, scambiati lo scorso autunno attraverso la mediazione dell’oligarca Roman Abramovich (riparato a Londra) per il politico ucraino Viktor Medvedchuk, hanno preso parte all’attacco.
Resta il fatto che il calcolo dei danni causati durante il sabotaggio ucraino non è ancora stato completato, ma sarà ingente, non solo in senso materiale, ma anche psicologico.