Esteri

Berliner Zeitung rivela il piano shock per la difesa civile: in caso di guerra, i civili ultimi a essere curati

di Roberto Vivaldelli (*)

Nelle ultime settimane, su InsideOver, abbiamo già affrontato il tema della preparazione della Germania a un possibile scenario di guerra, ma ora un documento esclusivo ottenuto dalla Berliner Zeitung getta nuova luce su una direttiva senza precedenti. Il “Rahmenplan Zivile Verteidigung Krankenhäuser Berlin“, un documento confidenziale di 26 pagine, delinea scenari e misure che prevedono un cambiamento radicale nella gestione sanitaria in caso di conflitto con la Russia. Tra le disposizioni più scioccanti emerge la priorità assoluta data ai militari rispetto ai civili: in caso di guerra, i feriti tra i soldati avranno la precedenza, mentre la popolazione civile sarà relegata in secondo piano, chiamata a “farsi carico di sé stessa” in modo più marcato.

La Germania e la guerra: ospedali e difesa civile

Il governo tedesco sta investendo somme record per rafforzare la Bundeswehr, con la possibile reintroduzione della leva obbligatoria all’orizzonte, per ora smentita dal cancelliere Merz. Parallelamente, si sta sviluppando il concetto di “difesa civile”, con un focus particolare sugli ospedali. Secondo le stime della Bundeswehr, in caso di guerra, gli ospedali tedeschi dovrebbero essere in grado di gestire fino a 1.000 soldati feriti al giorno, di cui 100 solo a Berlino.

Per garantire questa capacità, il Senato di Berlino, insieme alle principali cliniche della capitale, ha elaborato il già menzionato “Rahmenplan Zivile Verteidigung Krankenhäuser Berlin“, un documento fino ad ora noto solo in parte, ma che la Berliner Zeitung ha ora acquisito integralmente.

Civili in secondo piano rispetto ai militari

Il documento, citando l’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 come punto di svolta, sottolinea la necessità di una società “pronta alla difesa”. Il generale Andreas Henne, citato nel piano, dichiara: “Non siamo più in pace, ma non ancora in guerra”. In questo contesto, le autorità sanitarie berlinesi potrebbero ordinare agli ospedali di riorganizzare le loro capacità per rispondere alle esigenze di un conflitto.

Questo implica una ristrutturazione radicale del sistema ospedaliero, con la priorità data alla cura dei militari. Una delle disposizioni più controverse riguarda infatti la gestione dei pazienti civili. In caso di emergenza, i pazienti già ricoverati dovrebbero essere dimessi o trasferiti in strutture di livello inferiore per liberare posti letto destinati ai soldati feriti. La dottoressa Angelika Claußen, presidente di IPPNW (Ärzte zur Verhütung eines Atomkriegs), critica aspramente questa misura: “Si tratta di un passaggio dalla medicina individuale alla medicina di guerra, con l’obiettivo di rendere i soldati nuovamente idonei al combattimento. La popolazione civile sarà l’ultima a essere considerata”.

Triage di guerra: i civili in fondo alla lista

Il documento introduce il concetto di “triagierung”, ovvero sulla priorità data verso il personale militare rispetto ai civili. In uno scenario di guerra, la triage ospedaliera si concentrerebbe sulla rapidità nel rimettere in sesto i soldati, mentre i civili sarebbero relegati a un ruolo marginale.

Claußen sottolinea che questo approccio, mascherato dal solito linguaggio burocratico, non è altro che una preparazione a uno scenario di guerra. “La popolazione deve essere informata chiaramente: in caso di conflitto, la loro salute non sarà la priorità”, avverte la dottoressa.

(*) InsideOver

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