Esteri

Brexit, ora i cittadini europei residenti hanno paura per i loro diritti

Quasi la metà dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito ritengono che il rispetto dei loro diritti si ridurrà e che in futuro non verranno trattati come i cittadini britannici, a causa della Brexit. Lo rivela uno studio. In linea di principio i cittadini dell’Ue conserveranno gli stessi diritti relativi alla loro vita, al lavoro e all’accesso alla sicurezza sociale in Gran Bretagna dopo la Brexit se si trovavano nel Paese già al 31 dicembre 2020 e se si sono iscritti al programma “EU settlement scheme” prima del 30 giugno. Il 44% degli intervistati non crede che in futuro sarà trattata in modo paritario, secondo l’Independent Monitoring Authority (IMA), una organizzazione incaricata di proteggere i loro diritti. Lo studio è stato condotto su 3.000 persone di 27 Paesi Ue e rivela una “mancanza di fiducia” nelle istituzioni espressa da “una minoranza significativa”, secondo la direttrice generale dell’Ima Kathryn Chamberlain. Un intervistato su 10, l’11% vuole lasciare il Regno Unito dopo il 30 giugno 2021 alla fine del periodo dato per registrarsi allo schema, le ragioni sono “mancanza di fiducia” nel governo, la sensazione che il Regno Unito sia “meno accogliente” a causa della Brexit, inquietudini sul mantenimento dei diritti. Secondo i dati ufficiali nel 2019 3,6 milioni di cittadini europei vivevano in Gran Bretagna, ma a fine marzo il ministero dell’Interno ha ricevuto 5,6 milioni di richieste di registrazione.

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