Politica

Calenda a ruota libera su La Russa, Di Maio e 25 aprile

 

Per il 25 aprile “spero che il governo tutto si riconosca nel fatto che se c’è quel governo, se ci sono le istituzioni repubblicane, queste nascono dalla liberazione”. Dunque “mi piacerebbe pensare, anzi spero, che domani sia una festa di tutti gli italiani che sanno che hanno costruito la repubblica sulla base del fatto che insieme agli alleati siamo riusciti a cacciare i nazifascisti”. Questo “al di là delle parole di La Russa che ogni volta parla dice una cosa sbagliata“. Carlo Calenda, leader di Azione, lo dice su SkyTg24.
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa “non riesco a capire bene perché faccia queste cose essendo seconda carica dello stato, forse non era adatto“, aggiunge Calenda. Ma c’è un rischio di ritorno al fascismo in Italia? “Assolutamente no, l’Italia è un paese dove non si riesce a fare nulla”, risponde Calenda, semmai “il pericolo è che il fascismo venga considerato come una dittatura morbida, dove l’unico errore di Mussolini fu allearsi con Hitler, un problema culturale“, che va risolto chiarendo che “il fascismo è stato complice del più grande crimine che l’umanità abbia mai visto”. “Domani alle 10 sarò nella piazza del Pantheon dove con le associazioni partigiane e del mondo azionista, a cui noi facciamo riferimento, faremo una iniziativa per la Liberazione ma anche di sostegno e solidarietà al popolo ucraino”, spiega Calenda. Poi, aggiunge, “porterò i miei figli in una visita privata alle Fosse Ardeatine”. Rispetto alla scelta di Luigi Di Maio come inviato speciale Ue per il golfo Persico “io non l’avrei scelto ma non faremo una battaglia su Di Maio perché se va bene a Borrell sono fatti suoi“, dice Calenda sul caso di Di Maio individuato come inviato per il golfo Persico. “Quel ruolo lo ebbe Tony Blair, era meglio lui”, chiosa. A Di Maio “ho visto prendere tutte le posizioni possibili nell’ambito non dello schieramento politico ma delle posizioni politiche- dice Calenda- e gliele ho viste prendere e sempre in coincidenza con il suo interesse personale. Questa non è una cosa che ne rassicura ne aiuta dal punto di vista dell’autorevolezza”. Dunque se l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell “lo ha scelto avrà avuto i suoi buoni motivi”, conclude Calenda, e rispetto alle valutazioni del governo italiano “non l’avrei designato nemmeno io”, conclude Calenda.

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