Economia e Lavoro

Caro mutui: il Governo studia tutele da inserire in Manovra 2024

Il Consiglio dei ministri ha approvato, il 27 giugno scorso, un nuovo decreto bollette che prevede lo stanziamento di circa 800 milioni di euro per la proroga di alcune misure di contenimento ai costi di energia elettrica e gas. “Si intensifica dunque – ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin – quel percorso di contenimento dei costi
per le famiglie e i settori produttivi avviato da tempo e che si rende ancora necessario in questa fase”.

Cosa prevede

Tra le misure approvate nel CdM dal governo troviamo la proroga dell’azzeramento degli oneri di sistema per il settore del gas e l’aliquota Iva ridotta al 5% per il teleriscaldamento e per l’energia prodotta con il gas metano e il prolungamento al 30 settembre del bonus sociale per le famiglie con redditi bassi. Fino al 31 dicembre 2023 rimarrà invariata la soglia Isee per l’accesso all’agevolazione da parte delle famiglie numerose (con almeno 4 figli) che il primo aprile scorso era passata da 20 a 30mila euro. È stata inoltre confermata per il terzo trimestre la riduzione dell’Iva al 5% sulle somministrazioni di gas metano per usi civili e industriali.

I risultati di questa proroga potrebbero vedersi già oggi con l’aggiornamento Arera trimestrale delle tariffe dell’elettricità sul mercato tutelato. Per il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli “il costo dell’elettricità si è ridotto sul mercato, ma sarà compensato domani dal recupero di alcune poste che erano state sterilizzate per calmierare le bollette”. L’Autorità terrà naturalmente conto delle nuove proroghe adottate dal governo e anche le società energetiche che operano sul mercato libero si muoveranno di conseguenza, “ma gli aiuti pubblici – ha proseguito Tabarelli – prima o poi dovranno essere eliminati”. “

 

Confcommercio: “Urgente il ripristino dei crediti d’imposta e l’azzeramento degli oneri di sistema”

Le nuove misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi dell’energia per imprese e famiglie sono ancora insufficienti ed andrebbero fortemente potenziate, a cominciare dalla necessità di reintrodurre i crediti d’imposta energetici e di azzerare gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas“. Questo il commento di Confcommercio sul nuovo decreto “energia” pubblicato in Gazzetta Ufficiale.  “Nonostante il trend dei valori delle materie prime energetiche abbia imboccato, nel primo semestre dell’anno, un percorso di progressiva normalizzazione, i prezzi delle forniture al dettaglio permangono ancora su livelli eccezionalmente alti rispetto a quelli pre-crisi. La spesa energetica delle imprese del terziario di mercato si attesterà infatti, nel 2023, intorno ai 38 miliardi di euro: in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022, ma quasi il triplo rispetto ai 13 miliardi del 2021″. “Questi dati – annota Confcommercio – richiamano innanzitutto la necessità di un intervento di sterilizzazione degli oneri generali di sistema elettrici per imprese e famiglie che occorrerà mantenere in essere fintantoché non si giungerà ad una stabilizzazione dei prezzi”. “Analogamente occorrerà ripristinare  i crediti d’imposta energetici, proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell’energia elettrica nel trimestre di riferimento e i valori registrati nel 2019″. Secondo la Confederazione, “il costo della sterilizzazione degli oneri e del ripristino dei crediti d’imposta potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria anche nelle risorse derivanti dai proventi delle aste ETS versati dal GSE alla tesoreria dello Stato. Stando agli ultimi dati, da gennaio a giugno 2022, l’Italia ha collocato le quote di emissione di CO2 ad un prezzo medio di 82 €/tCO2, generando proventi pari, al 30 giugno 2022, a circa 10,4 miliardi di euro”.

Di fronte a questi numeri – prosegue la nota– sarebbe plausibile ed auspicabile rendere strutturale l’utilizzo del maggior gettito derivante dalla vendita all’asta delle quote di emissione di CO2 per calmierare i prezzi delle bollette per cittadini e imprese. Occorre poi mettere subito “in cantiere” le risorse che deriveranno dal piano europeo contro la crisi energetica “REPowerEU” e procedere, al contempo, ad una rimodulazione degli strumenti contenuti nel PNRR, per sostenere le imprese nell’acquisto di tutte le tecnologie necessarie per raggiungere l’autosufficienza energetica e traguardare, al contempo, gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di CO2″.

Caro mutui: il Governo studia tutele da inserire in Manovra 2024

 

Salgono gli interessi sui mutui e il Governo valuta misure da inserire in Legge di Bilancio 2024 come quella già prevista per la surroga obbligatoria da mutuo variabile a fisso: lo ha annunciato la premier, Giorgia Meloni, a margine della riunione del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno a Bruxelles.

Sui mutui dobbiamo fare di più, ne sto discutendo col ministro dell’Economia. È una di quelle materie su cui l’impegno del governo deve essere quotidiano. Nel frattempo il bollettino della BCE attesta che il costo dei prestiti a famiglie e imprese continua a risentire dell’impennata dei tassi. In aprile, i tassi sui finanziamenti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni, toccando il 4,4% per i prestiti alle imprese e il 3,4% per i mutui ipotecari.  Secondo le stime FABI , nel corso dell’anno il tasso fisso è destinato a raddoppiare, mentre per il tasso variabile il “rimborso” mensile dovrebbe salire del 60-70%. In soldoni, per un mutuo a tasso fisso da 200mila euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere superiore al 6%), la rata mensile sarà di 1.341 euro, un prestito da 100mila euro, sempre su 25 anni, col tasso al 5,6%, vedrà una rata mensile di 627 euro. Questi sono i livelli per chi accende ora un mutuo a tasso fisso, ovviamente, per i prestiti sulla casa già in essere il tasso fisso protegge dalle oscillazione del costo del denaro. Che, invece, si riflettono su quelli a tasso variabile, con aumenti fino al 75%. Non ci sono per ora ulteriori indicazioni da parte della premier e del Governo su quali siano le misure allo studio per la tutela delle famiglie contro il caro mutui con la Manovra 2024. Nella Legge di Bilancio 2023, lo ricordiamo, era già stata prevista la possibilità di rimodulare mutui

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Noemi Ricci

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di importo fino a 200mila euro, esclusivamente per famiglie con ISEE fino a 35 mila euro, chiedendo di passare dal tasso variabile al tasso fisso oppure rinegoziando il piano di rimborso per un periodo massimo di cinque anni. Nel mese di giugno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha nuovamente alzato i tassi di 25 punti base, proseguendo nella linea di stretta monetaria intrapresa nell’estate scorso. E la presidente dell’Eurotower,

Christine Lagarde, ha anche già annunciato che ci sarà un nuovo rialzo del costo del denaro a fine luglio. Il motivo è sempre lo stesso: contenere l’inflazione, con l’obiettivo di riportarla gradualmente sotto la soglia del 2%.

Una scelta che Meloni non condivide, ritenendo che «la cura si riveli più dannosa della malattia». Ovvero, che arresti la crescita, o addirittura porti a una fase di recessione. Per la verità, non attualmente prevista dalle stime sull’Italia, ma reale invece in altri paesi Ue, come la Germania.

Perplessità sulla politica monetaria arrivano anche dal ministero degli Esteri, Antonio Tajani: «ho criticato, non da oggi, alcune scelte fatte sulla lotta all’inflazione, che proviene dal costo delle materie prime laddove negli Usa proviene da una situazione economica molto favorevole, ma noi crediamo nella Bce e nella Commissione europea. Noi siamo europeisti ma abbiamo anche il diritto di partecipare al dibattito».

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