Sulla vicenda di Eitan, il piccolo sopravvissuto alla tragedia della cabinovia del Mottarone e al centro di una contesa famigliare dopo il presunto rapimento da parte del nonno, fonti di via Arenula fanno sapere che la procedura, in casi del genere, prevede che, dopo un’ordinanza di custodia cautela, la Procura generale chieda al Ministero della Giustizia di diffondere le ricerche internazionali e di inserire il nominativo del destinatario della misura nella banca dati Interpol. Nel momento in cui la persona viene localizzata, la polizia o lo arresta o comunica al Ministero la localizzazione. Con Israele, si applica la convenzione europea di estradizione del ”57 di Parigi. Israele, però, ha apposto una riserva alla Convenzione, in base alla quale non estrada i propri cittadini. La precisazione da ambienti del ministero della Giustizia arriva dopo le notizie di stampa di due mandati di cattura internazionali chiesti dalla procura di Pavia nei confronti del nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, che lo aveva portato con sè in Israele lo scorso settembre, e dell’uomo di 50 anni israeliano, che era alla guida della macchina con cui il bambino era stato allontanato dalla zia paterna tutore del minore, Aya Biran Nirko. Intanto il console italiano in Israele, Emanuele Oldani, presente come “uditore” in Tribunale a Tel Aviv all’udienza sul ricorso presentato da Shmuel Peleg, nonno materno del piccolo Eitan, contro la prima sentenza favorevole alla zia paterna del bambino. La decisione è stata presa dal Tribunale in quanto “l’Italia è anche una parte della Convenzione dell’Aja e Paese dal quale è stato rapito Eitan”.