Primo piano

Censis, per il 19° Rapporto sulla Comunicazione cresce la Tv via Internet crisi profonda della carta stampata

 

L’analisi del sistema dei media che viene proposta nel 19° Rapporto sulla comunicazione del Censis evidenzia che, “nell’era biomediatica, alcuni mezzi sono in grado di raccogliere intorno a sé un vasto pubblico e di rispondere alle diverse preferenze ed esigenze comunicative di ciascuno. A svolgere questo compito è innanzitutto la televisione”.

 

 

L’analisi del sistema dei media che viene proposta nel 19° Rapporto sulla comunicazione del Censis evidenzia che, “nell’era biomediatica, alcuni mezzi sono in grado di raccogliere intorno a sé un vasto pubblico e di rispondere alle diverse preferenze ed esigenze comunicative di ciascuno. A svolgere questo compito è innanzitutto la televisione”.

Anche qui i dati sono molto interessanti. Nel 2023 a guardarla è complessivamente il 95,9% degli italiani (+0,8%). La percentuale dell’utenza è la somma di più componenti: la stabilità del numero di telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,9% rispetto al 2022), una lieve crescita della tv satellitare (+2,1%), il continuo rialzo della tv via internet (web tv e smart tv passano al 56,1% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione, con un +3,3% in un anno) e il boom della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi (più di un terzo degli italiani).

Tra quanti non si fidano dei grandi media troviamo sicuramente chi ritiene che siano condizionati dalla politica (il 77,7%). A questi si aggiunge il 72,3% per i quali l’informazione dei grandi media è distorta da interessi economici. A menzionare i possibili pericoli per la democrazia è una percentuale che va ben oltre la metà, con il 68,0%. Sebbene sia una minoranza, è pur sempre quasi la metà (il 48,1%) che ammette di fidarsi solo delle informazioni diffuse da soggetti non appartenenti ai grandi media.

All’estremità della linea che delimita la preferenza per i nuovi media troviamo quanti sostengono che sia un bene che oggi grazie a internet e ai social network chiunque possa produrre informazione (47,6%), accettando il rischio di imbattersi in possibili fake news.

Buone notizie anche per gli scrittori e quindi per gli editori.

Secondo gli analisti del Censis nel 2023 si arresta l’emorragia di lettori di libri e gli italiani che leggono libri cartacei sono il 45,8% del totale (+3,1% rispetto allo scorso anno ma -13,6% rispetto al 2007). “La ripresa – precisa il Censis- non riguarda i lettori di e-book, che non si sbloccano, rimanendo stabili al 12,7% (-0,6%)”.

Naturalmente si rafforza il consolidamento di internet, smartphone e social network. Pensate che tra il 2022 e il 2023 si registra un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali), e si evidenzia una sovrapposizione quasi perfetta con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e molto prossima a quanti sono gli utilizzatori di social network (82,0%).

È tra i giovani (14-29 anni) che si registra un consolidamento nell’impiego delle piattaforme online.

Anche qui i dati ci confortano. Il 93,0% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok. In lieve flessione tra gli under 30, oltre a Facebook (passato dal 51,4% del 2022 al 50,3%), anche Spotify (dal 51,8% al 49,6%) e Twitter (dal 20,1% al 17,2%).

Per il Censis “colpisce invece la discesa di due piattaforme partite bene ma che nel tempo hanno arrestato la loro corsa: Telegram (passato dal 37,2% del 2022 al 26,3%) e Snapchat (dal 23,3% all’11,4%)”. Il vero dato allarmante del diciannovesimo Rapporto sulla Comunicazione redatto dal Censis riguarda la carta stampata, o giornali tradizionali, un mondo che a giudizio del Censis vive in crisi perenne. Ma va benissimo la radio.

“Per i media a stampa- spiegano gli analisti del Censis- si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridottisi al 22,0% nel 2023. Con una differenza pari a -3,4% in un anno e a -45,0% in quindici anni. Impressionante come dato.

Non solo ma si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,7%) e dei mensili (-2,8%), ma la novità di questo Rapporto è che anche “gli utenti dei quotidiani online diminuiscono al 30,5% degli italiani (-2,5% in un anno), mentre sono stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione (il 58,1% come già nel 2022, ma cresciuti del 21,6% dal 2011)”.

Chi invece sembra salvarsi è la radio, che secondo gli esperti del Censis “continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media”.

Complessivamente, i radioascoltatori sono il 78,9% degli italiani, con una lieve flessione da un anno all’altro (-1,1%). Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale subisce un piccolo calo passando al 45,6% di utenza (-2,4% rispetto al 2022), l’autoradio si attesta al 69,1%, confermandosi su livelli prepandemici. Per quanto concerne l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (18,2% degli utenti) e con lo smartphone (24,1%), si registra una crescita importante nel lungo periodo (rispettivamente +10,6% e + 20,5% dal 2007 ad oggi), ma un calo nel breve (rispettivamente -2,2% e -5,0% tra il 2022 e il 2023).

 

Fonte Primapaginanews.it

Related posts

Costanzo, da Paese Sera, alla Rai, a Canale 5. Una vita passata a scrivere e a firmare programmi tv di successo

Redazione Ore 12

Operazione Magnifica, arrestati dalla Guardia di Finanza 8 professori e dipendenti dell’Università di Reggio Calabria

Redazione Ore 12

Innovazione e rispetto per l’ambiente, patto tra ministero della Difesa ed Enea

Redazione Ore 12