Cronaca

Centrale di Bargi, a una settimana dalla tragedia nessuna certezza sulle cause

di Wladymiro Wysocki*

 

A una settimana dalla tragedia di Bargi, avvenuta il 9 aprile scorso, le indagini in corso ancora non hanno portato alla luce i chiarimenti attesi dai familiari su quali possano essere state le cause di questa tragedia.

Si susseguono diverse ipotesi ma ancora nulla è confermato anche a causa delle difficoltà oggettive degli esperti chiamati a indagare di poter accedere nei locali sommersi dalle acque del lago di Suviana.

Oggi piangiamo le sette vittime cadute nel lavoro e con loro l’immenso dolore dei familiari che aspettano le risposte di come sia potuto accadere tutto questo.

Istituzioni, parti sociali, uniti e vicini al dolore delle famiglie che chiedono a gran voce di dare immediata risposta concreta al tema della prevenzione nel lavoro.

Nella mattina di venerdì 12 aprile la Commissione Bilancio alla Camera ha approvato l’emendamento del PNRR in riferimento al D.L. 19/2024 che contiene le misure della patente a crediti.

Dal 1° ottobre è confermata la patente per il settore edile e successivamente estesa alle altre attività.

Verrà rilasciata sulla base di una autocertificazione da parte del titolare che dichiara la piena ottemperanza delle norme vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.

Si partirà con un minimo di trenta crediti per le piccolissime, piccole e medie imprese fino a un massimo di cento crediti per le grandi realtà.

Si conferma l’aggiornamento del D. Lgs. n. 81/08 e s.m.i. (il testo unico della sicurezza) con un allegato aggiuntivo, il cinquantaduesimo, nel quale verranno definiti tutti gli aspetti sanzionatori e le decurtazioni dei crediti per ogni inadempienza.

Nello specifico per regolamentare la decurtazione dei crediti e l’aspetto sanzionatorio si rimanda a uno specifico decreto ministeriale che sarà oggetto di ulteriori tavoli di confronto tra Governo e Parti Sociali e Datoriali.

Mario Pisani 73 anni, Paolo Casiraghi 59 anni, Pavel Petronel Tanese 45 anni, Alessandro D’Andrea 37 anni, Adriano Scandellari 57 anni e Vincenzo Franchina 35 anni.

Questi sono i nomi di coloro che hanno perso la vita in quel fatidico giorno.

Si raccolgono le prime testimonianze, tra le prime quella di Emanuele Santi, un dipendete della Enel Green Power che dichiara di aver sentito quel giorno un rumore anomalo delle turbine che stavano lavorando in condizioni di “fuori giri”.

Un rumore che stava diventando sempre più inteso senza dare cenni di fermarsi e nell’intuire che la situazione si stava facendo sempre più critica, nel lanciare l’allarme incoraggiando i colleghi di uscire immediatamente, si concretizza l’inattesa esplosione.

Nessuno scampo per i colleghi che vengono immediatamente coinvolti dall’esplosione che facendo crollare il solaio dei piani 8 e 7 crea una lesione della struttura aprendo un varco facendo entrare l’acqua.

Attimi, istanti che da subito fanno capire l’immane tragedia che si sta avverando sotto gli occhi attoniti dei colleghi, rimasti impietriti, impotenti e terrorizzati.

Da lì i soccorsi e la lunga attesa nel difficile recupero delle ormai sette vittime e cinque feriti.

“La cultura della sicurezza deve essere la cultura della vita”, dobbiamo lavorare per “la cura e rispetto della vita degli altri”, sono le parole del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone.

Parole che tuonano ogni volta che accade una tragedia di queste immani proporzioni.

Le abbiamo sentite per la tragedia di Brandizzo, per il cantiere della Esselunga a Firenze e ritornano come un drammatico appuntamento al quale non riusciamo a porre fine.

Quante vittime ancora dovranno esserci sul lavoro, quando ci sarà una vera e concreta azione, non solo delle istituzioni, ma anche direttamente dei datori di lavoro che troppo spesso puntano al risultato economico a discapito della vita umana.

La prevenzione deve essere sempre la sola priorità, nel rispetto del lavoro sano e sicuro, e mentre si continua a capire cosa sia veramente accaduto e dare risposte a tutti i perché torniamo a diffondere la vera cultura della sicurezza.

Cultura della sicurezza che deve cominciare nei banchi di scuola, non ci stancheremo mai nel ricordarlo, sperando nella istituzione quanto prima della materia obbligatoria per i nostri ragazzi.

*Esperto di sicurezza sul lavoro

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