La guerra di Putin

Chernobyl, il mondo con il fiato sospeso per le emissioni dalla centrale nucleare

Rimane alta l’attenzione intorno alla centrale di Chernobyl, finita nel cuore della guerra russa in Ucraina: 36 anni dopo il più devastante incidente della storia del nucleare civile, il sito torna a fare paura. L’ultimo allarme sulla centrale, occupata nei giorni scorsi dalle truppe di Mosca, è stato lanciato dopo l’interruzione della rete che porta la corrente elettrica, quella necessaria per attivare i sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio del materiale radioattivo. “Entro 48 ore potrebbero esserci delle fughe”, ha detto ieri il capo della diplomazia di Kiev Dmytro Kuleba, lanciando l’allarme. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica, poco dopo, ha assicurato che – almeno per il momento – non ci sono rischi reali per la sicurezza. Proprio l’Aiea, però, nelle scorse ore ha mostrato le prime preoccupazioni comunicando di aver perso “il contatto remoto di trasmissione dati con i sistemi di salvaguardia della centrale”. Qualche ora dopo è arrivata anche la conferma dell’Energoatom, l’azienda di Stato che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio ucraino: ha reso noto come la centrale sia in questo momento “completamente ferma”, scollegata per mano dei russi. Inoltre, l’Aiea ha annunciato che anche i sistemi che monitorano la centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno smesso di trasmettere dati. Il direttore dell’agenzia Rafael Grossi, si legge in un comunicato, “ha detto di essere preoccupato dall’interruzione del flusso dati verso il quartier generale dell’agenzia a Vienna dai due siti, dove c’è una gran quantità di materiale nucleare”. Nella regione già martoriata dal conflitto – Kiev è solo 100 chilometri a nord – torna l’incubo di quella terribile notte del 26 aprile 1986, quando a Chernobyl il reattore numero 4 esploseprovocando un disastro senza precedenti, con le radiazioni che nei giorni a seguire si propagarono in tutta l’Ucraina, in Bielorussia e nel Vecchio Continente. Da allora tutti i reattori della centrale sono fermi (l’ultimo è stato spento nel 2000). Il reattore esploso, col nocciolo fuso, è stato blindato dentro un sarcofago di cemento armato a prova di bomba. A preoccupare sono però circa 2mila tonnellate di combustibile esaurito, 20mila elementi immagazzinati e immersi in una piscina la cui acqua, spiegano gli esperti, non può superare una temperatura di circa 20 gradi centigradi. Kuleba ha spiegato che senza elettricità i generatori d’emergenza hanno un’autonomia di 48 ore. Poi i sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio si fermano, col rischio di “perdite di radiazioni”. “La barbara guerra di Putin mette in pericolo l’intera Europa”, è il monito del ministro degli Esteri ucraino, che chiede l’immediato cessate il fuoco anche per ripristinare la corrente nella centrale dove si trovano circa 200 membri dello staff tecnico a cui è affidata la sicurezza del sito.

L’Aiea ha frenato per ora gli allarmismi, anche se notizie e dati certi non ce ne sono. “Nessun impatto critico sulla sicurezza” dall’interruzione di corrente nella centrale, ha spiegato con un tweet. Visto il tempo trascorso dal disastro di Chernobyl, ha aggiunto, “il carico termico della vasca di stoccaggio del combustibile esaurito e il volume dell’acqua di raffreddamento sono sufficienti per garantire un’efficiente evacuazione del calore, anche senza elettricità”.

aggiornamento la guerra di Putin ore 16.16

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