Economia e Lavoro

Confesercenti: “Effetto inflazione sulle vendite al dettaglio. In un anno persi 9 miliardi in acquisti e 5 sono nei piccoli negozi”

 

Vendite al dettaglio con segno positivo a novembre, ma la crescita è totalmente azzerata dall’inflazione: la stessa Istat registra – rispetto allo stesso mese del 2022 – un incremento in valore dell’1,5% a cui corrisponde però una flessione in volume di 2,2 punti. Un calo che, secondo le nostre stime, corrisponde a circa 9 miliardi di euro di vendite effettive in meno in un anno per la distribuzione in sede fissa, di cui 5 miliardi persi dalle imprese operanti su piccole superfici. Questa la posizione espressa dalla Confesercenti.  Nonostante il rallentamento dell’inflazione registrato negli ultimi mesi, nel 2023 l’aumento dei prezzi ha continuato ad avere un impatto rilevante sulle vendite. Una situazione pesante soprattutto per le imprese che operano su piccole superfici, che in 11 mesi hanno registrato un crollo in volume che stimiamo in -6,5 punti e che, come sottolinea anche Istat, registrano il quinto calo mensile consecutivo. E le prospettive rimangono ancora incerte: se da un lato la progressiva decelerazione dell’inflazione è positiva e dovrebbe dare un po’ di respiro alle finanze delle famiglie, inducendo ottimismo e generando comportamenti più favorevoli agli acquisti, dall’altro va anche sottolineato come il fardello che le imprese della distribuzione, in particolare quelle di più piccole dimensioni, hanno sulle spalle costituisce un vincolo forte per una ripresa non effimera bensì concreta: i margini si sono ridotti, le quote di mercato continuano ad assottigliarsi ed è sempre più difficile restare sul mercato. Un quadro che desta preoccupazione e che riflette, comunque, una situazione ancora di criticità per la ripartenza dei consumi reali delle famiglie.

Confcommercio: “La crescita delle vendite segnale positivo”

Diversa la valutazione di Confcommercio: “Anche le vendite del mese di novembre testimoniano la salute di un contesto economico che nell’ultima parte del 2023 sembra aver superato la fase più critica. Per il secondo mese consecutivo si è registrata una variazione congiunturale positiva in termini di volumi venduti, stima confortata anche da una revisione al rialzo del dato di ottobre. La repentina riduzione dell’inflazione, associata a un mercato del lavoro ancora solido, e il conseguente miglioramento della fiducia, sembrano aver spinto le famiglie verso atteggiamenti di spesa meno cauti che in passato. La nostra valutazione prospettica sui consumi resta moderatamente favorevole. Il test sui saldi invernali, di grande importanza per la costituzione di un buon trascinamento per il 2024, anno comunque denso di difficoltà, dirà se queste tendenze si possono considerare durature”: così l’Ufficio Studi di Confcommercio sui dati Istat. “D’altra parte, non si deve trascurare che il confronto tendenziale resta ancora negativo in termini reali, con alcuni settori che accusano perdite molto rilevanti. In particolare, dal confronto tra i primi undici mesi del 2023 con l’analogo periodo del 2019, emerge che i volumi delle vendite al dettaglio sono ancora inferiori del 3,6%, con gli alimentari sotto del 5,5%. Quest’evoluzione – conclude l’Ufficio Studi – ha fortemente penalizzato soprattutto i negozi di prossimità: le imprese di minori dimensioni, che crollano sui volumi, stentano addirittura a recuperare l’inflazione, gettando qualche ombra sulla possibilità di contrastare il rischio di desertificazione commerciale in tante aree del Paese”.

Ch.Nap.

 

aggiornamento vendite al dettaglio ore 14.16

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