Primo piano

Conflitto Israele-Hamas, speranze ed illusioni di una trattativa quasi impossibile

 

Israele ha presentato ad Hamas una proposta che prevede una pausa di una settimana nei combattimenti nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di 40 ostaggi: lo afferma Barak Ravid, analista di politica estera della Cnn che cita due funzionari israeliani e un’altra fonte a conoscenza della questione. Segnalata per la prima volta dal sito di notizie americano Axios, la proposta mira a far rilasciare donne, anziani e persone che necessitano di cure urgenti. L’accordo verrà presentato ad Hamas attraverso i mediatori del Qatar, ha detto Ravid. L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Herzog, ha confermato alla Cnn che Israele è disposto a mettere una pausa nei combattimenti se ciò significa rilasciare il maggior numero possibile di ostaggi.  Purtroppo c’è anche da registrare il no secco di Hamas: “Affermiamo la nostra posizione di rifiuto categorico di tenere qualsiasi forma di negoziato sullo scambio di prigionieri nel contesto della continua guerra genocida israeliana”, ha detto Basem Naem, alto funzionario del di Hamas, secondo Haaretz e Guardian. “Siamo, tuttavia, aperti a qualsiasi iniziativa che contribuisca a porre fine all’aggressione contro il nostro popolo e ad aprire i valichi per portare aiuti e fornire soccorso al popolo palestinese”, ha aggiunto. La dichiarazione arriva mentre il presidente israeliano Isaac Herzog ha detto che “Israele è pronto a un’altra pausa umanitaria per consentire il rilascio degli ostaggi. Il Presidente israeliano Isaac Herzog, aveva fatto sapere che Israele è “pronto” a siglare un’altra intesa per una tregua, la seconda dopo quella firmata il 24 novembre e terminata il 1 dicembre, e permettere l’arrivo di altri aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, e permettere la liberazione di altri ostaggi detenuti dai fondamentalisti islamici.
Un alto funzionario di Hamas, Basem Naem, ha precisato che gli ostaggi non saranno liberati fino a quando “non smetterà la guerra genocida”.
Stando a quanto fanno sapere le autorità palestinesi di Gaza, dall’inizio della guerra sono morte quasi 20 mila persone. Tra questi, secondo Tel Aviv, ci sono anche 7 mila “terroristi”.
L’apertura israeliana ad una nuova tregua avviene dopo i colloqui che il capo del Mossad, David Barnea, ha avuto a Oslo nel weekend e a Varsavia ieri, con il premier qatariota, Muhammad al Thani. A Varsavia c’era anche il capo della Cia statunitense, William Burns.
Durante la prima tregua, erano stati liberati all’incirca 100 ostaggi e, in cambio, rilasciati 300 prigionieri palestinesi. A fare da mediatori alla tregua erano stati il Qatar, l’Egitto e gli Stati Uniti.
Secondo quanto riporta il quotidiano “Haaretz”, proprio in Egitto è atteso, nei prossimi giorni, l’arrivo di una delegazione di Hamas. Questo, insieme ai colloqui tra i capi dell’intelligence, la dichiarazione del Presidente Herzog, fa pensare che la tregua potrebbe trasformarsi da ipotesi in soluzione concreta.
Al momento, secondo quanto fanno sapere fonti palestinesi e arabe riprese da “Haaretz”, Il Cairo sta facendo pressing su Hamas, perché accetti una tregua simile a quella precedente, cioé la liberazione degli ostaggi in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi, ma i fondamentalisti starebbero insistendo sul cessate il fuoco: “I leader di Hamas all’estero credono che gli ostaggi siano la loro ultima carta per imporre un cessate il fuoco”, fanno sapere le fonti, per le quali “Hamas è convinto che dopo il rilascio degli ostaggi, Israele rinnoverà i suoi attacchi”.
Le pressioni su Hamas perché dica sì all’intesa, però, sarebbero aumentate durante gli ultimi gironi, per cui è possibile che la visita della delegazione al Cairo vada in questa direzione.
La leadership di Hamas è “pienamente” colpevole di quanto sta accadendo, specialmente Yaya Sinwar, ha detto stamani il Presidente israeliano, Isaac Herzog, in un discorso di fronte agli ambasciatori di 80 Paesi.
Le organizzazioni internazionali, ha aggiunto Herzog, devono fare di più per aiutare i civili a Gaza: “Si potrebbe triplicare facilmente la quantità di camion se solo ci fosse uno sforzo da parte delle Nazioni Unite e dei suoi partner. Il mondo deve sapere che a Gaza sarebbero potute arrivare decine di migliaia di tonnellate in più al giorno”.
“Israele non è in guerra con il popolo palestinese, ma combatte il suo nemico, l’organizzazione terroristica Hamas”, ha concluso Herzog. Stando al nuovo bollettino del Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, sono 19.667 i civili palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto, mentre i feriti 52.586. Si tratta di cifre che non possono essere verificate, e Hamas non distingue tra civili e combattenti, così come non fa distinzione tra chi è stato ucciso dalle bombe e dall’esercito di Israele e chi è morto per i lanci di razzi verso lo Stato ebraico, caduti però all’interno della Striscia. Dall’altra parte, Israele conta, ad oggi, 132 soldati uccisi.

Related posts

Deferimento in stato di libertà di nove persone per indebita percezione del reddito di cittadinanza

Redazione Ore 12

Lazzarini (Unrwa): “La carestia a Gaza è indotta, aprire i valichi “

Redazione Ore 12

Giornata della Terra: perso il 28% dei terreni coltivati

Redazione Ore 12