La guerra di Putin

Conflitto russo-ucraino, nella città diKupyansk potrebbero giocarsi le sorti del conflitto

di Giuliano Longo

Occorrerà forse attendere qualche mese, forse prima del gelo invernale, per capire se i russi stanno cambiando strategia, di certo Kiev ha grandi difficoltà a sfondare in più punti le difese russe, mentre si fanno sempre più frequenti e i sabotaggi e  gli attacchi di droni  sulla  Crimea e in territorio rauco,, fino a Mosca. Al contrario la controffensiva  si protrae da mesi con scarsi se non nulli risultati inquietandoche l’Occidente sulla reale tenute del fronte. La sfida strategicamente più rilevante si gioca ora in direzione di i Kupyansk, Lyman e Bakhmut. Ne è cosciente Washington altri 20 miliardi di dollari per l’Ucraina per tirare su il morale Zelensky, alle prese con l’epurazione dei suoi quadri corrotti, e imbottire Kiev anche di missili a lungo raggio.  L’idea sembra essere quella di fornire supporto psicologico sia a Zelenskyj mentre non è chiaro perché siano necessari tanti miliardi di dollari se davvero  Stati Uniti e l’Europa stanno pensando  alla ricerca di una soluzione a questa guerra costosa e difficile.

Le preoccupazioni vanno dall’esaurimento delle riserve strategiche statunitensi al prolungamento di un conflitto che sembra sempre più destinato a finire senza una vittoria netta dell’Ucraina e rischia di prolungarsi per anni, come minacciato dal portavoce di Putin, Mr. Peskov. Sebbene l’opposizione, quasi tutta repubblicana,  sia ben al di sotto alla maggioranza che intende sostenere il conflitto “fino all’ultimo ucraino”, è improbabile   che qualsiasi politico di Washington possa mobilitare un sostegno pubblico ancor più ampio a una guerra che, dai sondaggi, vede una metà dell’opinione pubblica indifferente se non ostile. Attualmente non è facile trovare informazioni sulle operazioni russe, ma i media insistono molto e monitorano costantemente anche con enfasi, le operazioni  in direzione di Kupyansk. I russi non definiscono le loro operazioni un’offensiva, anche se rapporti non confermati affermano che la Russia ha radunato 100.000 uomini  in quest’area spostandovi e molte attrezzature pesanti.

Zelensky spera di riconquistare Bakhmut che la Wagner gli ha strappato, ma al momento la città, occupata dai russi, non è minacciata, mentre gli ucraini tentano di riprendersi  gli insediamenti a nord e a sud della città. Sul piano interno oltre alla epurazione in corso per corruzione dei quadri militari addetti al reclutamento,  Zelensky, insoddisfatto dell’andamento dell’offensiva, sta per licenziare il suo ministro della Difesa che lo ha sostenuto nell’ottenere armi dall’Europa e dagli Stati Uniti. I possibili  candidati alla sostituzione  sono, per la maggior parte, inesperti o estranei alla guerra. Oleksiy Reznikov, che più volte si era posto il problema almeno di una tregua al conflitto potrebbe essere inviato nel Regno Unito come ambasciatore ucraino. Nessuno può dire con certezza se l’esercito ucraino sostenga convintamente Zelensky, ma poiché alcune crepe del sistema  appaiono a Kiev, l’intervento dei militari rimane sempre una alternativa valida, sulla quale, in verità puntano anche i russi, per destituire il presidente.   L’Ucraina ha creato unità di riserva, molte delle quali addestrate dalla NATO, per cercare di impedire qualsiasi  avanzata russa, ma una volta impegnate anche queste, come pare, sostituendole con altre meno addestrate, si indebolirebbe sicuramente il già fiacco slancio dell’offensiva. Attualmente   la strategia della Russia è  quella avvicinare le formazioni ucraine quanto basta per colpirle con artiglieria, attacchi e mine aeree. I russi sono stati abbastanza cauti nel gestire il loro fronte di guerra. Pochi attacchi efficacisono stati effettuati su Kiev, tranne quello di un mese fa al centro di intelligence ucraino della città.

Sulla stampa russa si parla poco dei massimi comandanti ucraini, Valerii Zaluzhny e Oleksandr Syrskyi, ma si nota con frequenza l’apprezzamento per la professionalità dell’esercito ucraino. Che le porte del Cremlino siano aperte a un dialogo con i militari di Kiev?

Nel frattempo prosegue l’avanzata russa  nel nordest dell’Ucraina e in particolare nella regione di Kharkiv, tanto che Kiev ha ordinato l’evacuazione di 37 insediamenti nel distretto di Kupyansk, mentre l’esercito russo sta “migliorando le sue posizioni” nel nordest, come ammettono gli stessi media di Kiev.  Per il Cremlino Kupyansk è ritenuta cruciale perché dietro l’assalto pianificato c’è ben più di una città, ma un crocevia ferroviario fondamentale in grado di collegare la Russia alle oblast ucraine di Kharkiv, Donetsk e Lugansk. Uno snodo che oggi è di fatto inutilizzabile dopo che  i russi hanno fatto saltare binari, stazioni e ponti.

Secondo fonti di intelligence  il progetto del Cremlino è quello di espugnare la regione di Kharkiv partendo proprio da Kupyansk che i russi avevano già occupato nei primi sei mesi di guerra, fino allo scorso settembre quando la prima controffensiva ucraina li aveva relegati in otto villaggi dell’oblast che ancora restano “prigionieri” del nemico.

La tappa successiva potrebbe essere  Izyum, anch’essa liberata in autunno da Kiev ma che da giorni viene colpita da raffiche di missili. E poi, forse, l’azzardo di circondare Kharkiv che ha un milione e mezzo di abitanti e per un terzo danneggiata dalle bombe, ma a 500 chilometri da Kiev.

Ecco perché quanto va accadendo a Kupyansk potrebbe imprimere una svolta al conflitto oppure ad una nuova e più pericolosa escalation con L’Occidente.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.57

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