Politica

  Conte e Schlein si accusano a vicenda: è già la fine del campo largo?

 di Fabiana D’Eramo

 

Tanta speranza per il campo largo ma, alla fine, a forza di tirare, tra Elly Schlein e Giuseppe Conte si è spezzata la corda. Le Europee stanno arrivando, ma non c’è modo di ricucire lo strappo. O forse sì, qualcuno crederebbe ancora in un miracolo, se non fosse che l’avvocato ha detto a Schlein di non essere stata fedele al suo impegno di far fuori dal partito democratico “cacicchi e capibastone”.

È per questo che Conte ha deciso di “far saltare le primarie a tre giorni dal voto”, lo ha accusato la segretaria dem. Il Movimento Cinque Stelle, infatti, dopo lo strappo di Bari, la nuova inchiesta sulla compravendita di voti, ha scelto di rinunciare alle primarie con il Pd. Conte sostiene di non potersi fidare del Partito democratico barese – è “contaminato” – e il nome di Vito Leccese dovrebbe essere sostituito da quello di Michele Laforgia. Schlein lo ha chiamato ultimatum, Conte smentisce: hanno parlato venti minuti al telefono. Per non arrivare a niente, a conti fatti, poiché la segretaria è arrivata al comizio di Bari a sostegno di Leccese per dire a tutti che la “scelta unilaterale” di Giuseppe Conte è una “sberla” in faccia all’intera comunità.

L’ex alleato pentastellato non ha digerito le accuse di slealtà mosse dal Nazareno. Ci ha provato, ha detto, a trovare una soluzione prima di minacciare una rivoluzione in Regione Puglia, ma “non possiamo assecondare per tornaconto elettorale le battaglie tra i capibastone locali del Pd.  Pagheremmo un prezzo troppo alto, perché in gioco non c’è uno strapuntino a Bari. In gioco c’è la nostra identità, la credibilità dell’intera classe politica”.

Questa mossa avvantaggia la destra, ha ragione Schlein? “Non è il M5S che aiuta la destra”, ha replicato Conte. “È un ragionamento malato e viziato. Forse sono gli scandali della politica che favoriscono la destra”. Questo non significa che dopo aver attaccato il governo per aver tentato di “politicizzare” la vicenda ora voglia legittimare lo scioglimento del comune di Bari invocato dal governo – “la destra meglio che non parli”, ha commentato – ma resta che per il suo movimento la legalità è un qualcosa dalla quale non si può prescindere.

Andrea Casu, del Pd, trova la questione morale poco convincente. Come mai, si chiede, Conte “non dice nulla sulla condanna a otto anni e otto mesi nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale del M5S, Marcello De Vito” per lo stadio di Tor di Valle a Roma? Ed è allora il caso di aspettarsi che “ritiri la tessera di Virginia Raggi, che all’epoca era Sindaca in carica”? Se non lo fa, sfida Casu, “significa che per Conte la legalità non solo è negoziabile, ma è una questione da agitare ‘a là carte’ solo contro il PD”.

D’altro canto la decisione dell’avvocato sembra radicale. Anche in Piemonte ha scelto di correre da solo candidando Sarah Disabato per lasciare la candidata dem Gianna Pentenero al suo destino. Così, nonostante la vittoria sarda che aveva fatto nutrire grandi speranze per il futuro del campo largo, nel giro di poco i candidati dell’opposizione si sono moltiplicati, di certo avvantaggiando i nomi scelti dalla destra, che anziché scontrarsi con un’alternativa forte, si scontreranno con due che si fanno la lotta tra loro.

Ma questo non significa che Schlein si sia arresa nella costruzione di un fortino contro l’espansione della maggioranza. Nonostante le frecciatine contro Conte – “capisco che chi ha iniziato a far politica direttamente da palazzo Chigi forse non ha tanta dimestichezza con la militanza di base, con la fatica di costruire percorsi democratici collettivi, come chi monta i gazebo per le primarie”. La segretaria pare avere ancora fiducia che il campo largo si possa resuscitare. Su quali basi, non è dato saperlo. Anche perché mentre il Pd è alla ricerca di un terzo nome che possa riallacciare i rapporti ed evitare la spaccatura definitiva su Bari, Conte continua a frenare: “e dove lo troviamo?”. E comunque non accetterebbe di abbandonare il “suo” Laforgia, a meno che non decida lui stesso di ritirarsi.

aggiornamento crisi Pd-M5S ore 13.29

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