La guerra di Putin

Romania e Polonia, dalle basi Usa, agli appetiti dell’Ucraina occidentale

 

Estratti dall’articolo di Peter G. Feher  della Magyar Hírlap per la pubblicazione in lingua inglese  “Armi e Strategia”.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è recato a Bucarest su invito del presidente rumeno Klaus Iohannis, partecipando ad un “mini” incontro dell’UE nella capitale rumena.  Ai negoziati erano presenti anche il primo ministro belga Alexander De Croo e il primo ministro croato Andrej Plenkovic il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Durante l’incontro si è discusso anche della nomina alla carica di Segretario generale della NATO. Come è noto, Iohannis spinge per ottenere l’incarico, ma anche Mark Rutte,il primo ministro olandese, ambisce all’incarico e ha dichiarato “Non ho intenzione di ritirarmi dalla nomina a segretario generale”,sostenuto anche da diversi importanti paesi membri dell’Alleanza.

Per ottenere la carica di Segretario generale della NATO è necessario il consenso di tutti gli Stati membri. I funzionari dell’UE a Bruxelles ritengono che l’Ungheria debba essere convinta a sostenere il primo ministro olandese uscente.

Gli ungheresi, però, non sostengono Rutte e il  ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártóha dichiarato: “Naturalmente non sosteniamo una persona che voleva mettere in ginocchio l’Ungheria”.

Rutte ha già attaccato Budapest sulla questione della immigrazione e il bando degli attivisti LGBTQ dalle scuole. Inoltre, l’Ungheria non fornisce armi all’Ucrainae sollecita un cessate il fuoco.

 “Nella storia della NATO, gli Stati membri dell’Europa centrale e orientale non sono mai stati scelti per fornire un segretario generale della NATO. Questo è il momento per farlo, poiché la principale sfida alla sicurezza viene da questa direzione”,ha affermato  Szijjártó in una conferenza stampa tenutasi al Consiglio dei ministri degli Esteri della NATO a Bruxelles.

“L’Ungheria -prosegue- sostiene da sempre il rafforzamento dell’ala orientale dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e, si spera che questo principio si rifletterà nella persona del prossimo Segretario generale”.  

Annuncio sorprendente se si considera che dopo la fine della Prima Guerra Mondiale i rapporti tra Ungheria e Romania hanno sempre presentato tensioni, quando, alla fine di quel conflitto,  laFranciaimpose lo smembramento dell’Ungheria storica che perse due terzi del suo territorio e un terzo della sua popolazione.

L’obiettivo della Francia era quello di impedire alla Germania di ritrovare un alleato, per questo divise gran parte del territorio del Regno d’Ungheria in piccoli stati.

La Romania acquisì laTransilvania, dove all’epoca vivevano quasi due milioni di ungheresi, che erano anche la maggioranza in tutte le grandi città della Transilvania dove ancora oggi vivono circa 1,2 milioni di ungheresi. Quello smembramento favorì anche Cecoslovacchia, l’Austria e la Jugoslavia.

Ancora oggi la Romania teme che, avendo acquisito la Transilvania con l’aiuto di una grande potenza, possa perderla senza un equivalente sostegno, come accadde durante la seconda guerra mondiale l’Ungheria riconquistò la Transilvania settentrionale.

Cambiamenti territoriali simili si sono verificati anche negli altri stati confinanti con l’Ungheria. Dopo la seconda guerra mondiale le grandi potenze ripristinarono i confini.

È tipico della natura anti-ungherese di Bucarest che nel 1956la leadership comunista di rumena si offrì di assistere Mosca nel contribuire a reprimere la rivoluzione ungherese e la lotta per la libertà schiacciata dai carri armati russi.

All’alba del cambio di regime nell’Europa orientale, quando i comunisti erano ancora al potere nella regione, il leader del partito romeno Nicolae Ceaușescuminacciò di colpire la centrale nucleare ungherese di Paks, i cui reattori rappresentano il 40% della produzione elettrica ungherese.

La Romania è uno dei partner economici e commerciali più importanti di Budapest Inoltre e, ai confinidi questi  due Paesi, che rappresenta una minaccia per entrambi.

Quindi, come ha affermato anche Szijjártó: la NATO ha bisogno di un Segretario generale dell’Europa centro-orientale che percepisca direttamente il rischio causato dalla guerra. Pertanto, nonostante le loro differenze, Ungheria e Romania probabilmente punteranno  su Iohanniscome prossimo Segretario generale.

Sullo sfondo immediato c’è Washington e le sue grandi basi militari in Polonia e Romaniacreate  in entrambi i paesi prima della guerra in Ucraina. Sotto l’amministrazione Obamafu raggiunto un accordo sulla costruzione di sistemi antimissilistici dislocati in Romania e Polonia.

Allora furono ufficialmente schierati in entrambi i paesi per contrastare la minaccia presumibilmente, rappresentata dall’Iran, mosca invece denunciò una scelta aggressiva nei suoi confronti..

L’America sta ora costruendo la più grande base NATO in Europa in Romania, con lo sviluppo della base aerea Mihail Kogalniceanuvicino a Costanza, sulla costa del Mar Nero. Si tratta di un investimento di due miliardi e mezzo di euro, per una base che ospiterà diecimilafra soldati americani e i loro familiari.

Questa base sta già svolgendo  un ruolo importante nella guerra in Ucraina. Si ritiene che sia stata la fonte dell’intelligence  per guidare i droni ucraini che distrussero la nave da guerra Moskva, l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero.

Una struttura simile a Redzikowa, in Polonia,è in fase di completamento, potrà ospitare anche questa diecimila soldati. I lavori per questa base sono iniziati nel 2022.

Non è un caso che anche questa base si trovi sulla costa, nella regione balticadella Polonia settentrionale. La base polacca e quella rumena supportano le operazioni Nato in Ucrainae con l’appoggio degli Stati Uniti, vedono in queste basi un modo efficace per schiacciare i russi.

Secondo il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushkoil conflitto potrebbe estendersi in due direzioni. La prima è la Transnistria,dove i russi mantengono una guarnigione di 1.500 uomini, e dove Kiev ha lanciato recentemente un attacco con droni, colpendo una stazione radar appartenente a quella regione indipendentista, vicino al confine con l’Ucraina.

Un altro casus bellis con Mosca  potrebbe essere la volontà di Bicarest di annettere la Moldavia  di lingua romena. Ciò è fortemente osteggiato dal Cremlino. Circa 600.000 Moldavi hanno già anche la cittadinanza rumena e la lingua moldava è identica al rumeno. Anche il capo dello Stato moldavo, Maria Sandu, ha il passaporto rumeno.

Tuttavia Bucarest l per i prossimi anni e sta già preparando leggi che permetteranno alle forze armate di oltrepassare i confini del paese per proteggere i cittadini rumeni in Moldavia.

Nel periodo tra le due guerre mondiali la Moldavia (allora chiamata Bessarabia) apparteneva alla Romania, ma Stalinla reclamò  e la ottenne. Il primo ministro rumeno Marcel Ciolacuha recentemente affermato: “Credo ancora nell’unificazione della Moldavia con la Romania. O ciò avverrà all’interno dell’UE, oppure troveremo un’altra soluzione. È chiaro! I rumeni vivono nella Repubblica di Moldavia. La storia ha fatto un’ingiustizia. E il presente è una conseguenza del passato”.

La Romania rivendica anche  un pezzo dell’Ucraina, affermando che 300.000 persone nella regione di Chernivtsi e nella parte meridionale di Odessa hanno la cittadinanza rumena.

Ma secondo alcuni esperti  l’altra possibile direzione dell’espansione del conflitto, la più importante, potrebbe essere è la Polonia. Anche Varsavia ha rivendicazioni territoriali con l’Ucraina. Qualcuno vorrebbe  restaurare la Confederazione polacco-lituana. La probabilità che la zona del conflitto si espanda è piuttosto alta, ha affermato il viceministro degli Esteri russo.

Nel1772 la Confederazione polacco-lituana fu divisa tra Russia, Prussia e Impero asburgico. La Polonia scomparve dalla mappa dell’Europa. Dopo la prima guerra mondiale lo Stato polacco fu restaurato entro i confini originari.

Dopo la seconda guerra mondiale,tuttavia, Stalin riprese i territori polacchi che la Russia aveva posseduto nel 1772. La Polonia fu compensata dal territorio nella parte orientale della Germania. Mosca ora afferma che Varsavia ha rivendicazioni territoriali contro l’Ucraina, intenzione che la Varsavia ha sempre negato.

Ma facendo affidamento sul vento a loro  favorevole che soffia da Washington, Varsavia e Bucarest si contendono il ruolo  di superpotenza regionale. I due paesi vedono quindi una grande opportunità nella fluida situazione geostrategica causata dalla guerra.

Capiscono che la Russia non restituirà i territori già occupatiin Ucraina, anche perché la cultura e le tradizioni delle parti occidentali del paese sono molto diverse rispetto alle regioni orientali.

Inoltre, Romania e Polonia sono membri dell’UE e della NATO, quindi possono offrire uno standard di vita molto migliore e una maggiore sicurezza alla popolazione che vive nell’Ucraina occidentale rispetto a prima. Da questo punto di vista, la disintegrazione dell’Ucraina non è un’idea irrealistica.

Tuttavia, c’è un grosso ostacolo sulla via dell’attuazione del piano polacco e rumeno: la Russia. Sin dal regno di Pietro il Grande, Mosca ha sempre cercato di avere paesi amici nelle sue vicinanze. Questo è anche il motivo per cui Mosca si oppone all’adesione dell’Ucraina alla NATO, ma anche Polonia e Romania non sono amiche della Russia e stanno nell’Alleanza.

Gielle

Related posts

Un “Armageddon” ha colpito la Crimea, tempesta lascia 500mila senza luce

Redazione Ore 12

Mosca, scenari da incubo sul proseguimento del conflitto ucraino

Redazione Ore 12

Bielorussia, Lituania e Polonia discutono di sicurezza frontaliera

Redazione Ore 12