Economia e Lavoro

Continuano i disagi imbarazzanti per l’accesso agli uffici pubblici, ma l’emergenza Covid è cessata

di Gianfranco Piazzolla*

 

Quale presidente di Confimprese Viterbo e  membro della giunta di Confimprese Italia  sono  intervenuto in merito al regolare svolgimento del lavoro degli uffici pubblici a margine di un incontro svoltosi con un gruppo di imprenditori nei pressi di Bolsena (VT)  in occasione del rilancio di alcuni bandi regionali sull’occupazione.

Sia gli imprenditori che i cittadini lamentano una limitazione della operatività degli uffici che, per la maggior parte, vanno ancora esclusivamente tramite appuntamento, limitando di fatto l’evasione delle pratiche quotidiane.

Considerato che l’OMS ha dichiarato la fine della pandemia e che lo stato di emergenza si può dire concluso, occorre riaprire al pubblico tutti gli uffici come prima della pandemia

In questi tre anni imprese e cittadini hanno avuto disagi imbarazzanti e rallentamenti  di pratiche di ogni genere che una volta venivano evase su presenza presso i relativi uffici facendo la classica vecchia fila.

Mi sono  soffermato soprattutto sul fatto che nell’ultimo anno le limitazioni di accesso sono del tutto ingiustificate riferendosi ad uffici di notevole importanza come gli uffici fiscali, previdenziali, gli uffici comunali e quello di altri enti.

Per andare all’ AGENZIA DELLE ENTRATE , ad esempio, occorre prenotare giorni prima ; spesso per il tipo di servizio richiesto non ci sono disponibilità immediate e talvolta viene indicato un ufficio nell’arco di 50 km dove si può eventualmente evadere la pratica laddove poi si riesca a trovare posto.

Una situazione inaccettabile e gravissima , come anche negli uffici INPS,  dove anche lì si va su appuntamento e non sempre è facile interagire con il nuovo sito, rinnovato nella veste grafica e peggiorato nell’operatività.

Si pensi infatti ai contribuenti forfettari che dovevano dare adesione allo sconto contributivo entro il 28 febbraio.

Proprio nel mese di febbraio con l’avvio del nuovo portale è sparito il link dal cassetto previdenziale artigiani e commercianti e si è dovuti ricorrere alle pec per chiedere spiegazione.

Ovviamente l’INPS , come spesso accade, non considera neanche le pec, che sono a tutti gli effetti delle notifiche, non risponde e non da chiarimenti, proprio come il call center dedicato  che non ha saputo risolvere il problema rinviando i contribuenti a chiedere agli uffici locali.

Insomma una situazione in linea con il caos politico e normativo italiano che vede sempre più aspiranti imprenditori rinunciare proprio in virtù di questa burocrazia anti lavoro.

Per quanto riguarda la mala burocrazia, da sempre uno strumento sostenuto consapevolmente da ogni tipo di  politica, non possiamo che prendere atto che difficilmente sarà scardinata visto l’imponente e anomalo numero di norme esistenti e questo comporterà non solo la paralisi di un sistema pubblico sempre più lento e dannoso ma anche un potenziale pericolo per la nostra economia, concorrenza e produttività.

E per le riforme fiscali, nonostante qualche timido segnale di cambiamento, nessuno si è espresso con la dovuta fermezza sulle riforme dei testi unici  reddito, iva e accertamento e sulla revisione di un sistema sanzionatorio assurdo non solo fiscale ma anche in tema di lavoro e sicurezza del lavoro.

Con le sanzioni a 4 zeri per mancanze di poco conto talvolta formali non si previene nulla, semmai si istiga a fare l’esatto contrario in virtù del fatto che una volta comminata una multa fuori dal normale per cose di poco conto si metterà fine immediata a colui o coloro che volevano fare impresa  e in questi casi nella migliore delle ipotesi queste piccole realtà chiudono o continuano a lavorare vessate mentre nella peggiori delle ipotesi chiudono per andare a fare lavoro nero esponendo il fianco anche a soluzioni di illegalità e lavoro non definito.

Questo aspetto la nostra politica non lo ha mai capito e non lo continua a capire.

E per quanto attiene alle tasse abbiamo nuovamente registrato come la politica abbia disatteso promesse importanti come ad esempio la riforma del diritto tributario a partire dall’abolizione dell’inversione della prova e della riscossione in giudizio di primo grado ( abolizione solve et repete).

A gennaio avevamo notato con piacere l’iniziativa dei LIBERISTI ITALIANI guidati da ANDREA BERNAUDO, dove in virtù di un loro accordo elettorale con la lega su Lazio e Lombardia si era palesata una intesa al fine di sostenere questi importantissimi punti.

A quanto pare, ad oggi, vediamo che solo L’ASSOCIAZIONE DEI LIBERISTI ITALIANI  continua a sostenere queste importanti tematiche, nonostante le promesse della politica,  ma nessuna forza di governo e tantomeno di opposizione ha più detto nulla in merito.

Un problema pluriennale, quello del mancato ascolto delle parti produttive e degli enti associativi, che non fa altro che complicare un futuro non proprio limpido per l’Italia dove all’orizzonte, peraltro,  si potrebbe profilare una  grave crisi per l’INPS  considerato che il numero dei pensionati sta superando il numero degli occupati.

 

*Componente Giunta Nazionale ConfinmpreseItalia

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